Sebbene l'anno fosse iniziato positivamente per il maratoneta pugliese Vito Sardella con la vittoria alla maratona del Riso a Vercelli lo scorso maggio, tutta la preparazione in vista della partecipazione alla maratona della Grande Mela è una vera salita. Infortuni lo hanno bloccato per alcuni mesi e solamente a metà settembre ha potuto riprendere ad allenarsi regolarmente.

''Fascite plantare'', commenta Vito, "un problema che avevo trascurato, ma soprattutto sottovalutato, considerando l'intensità' degli allenamenti che avrei dovuto affrontare. Devo ringraziare il dott. Palaia e il dott. Michele Albero se anche quest'anno parteciperò alla maratona dei ‘grandi numeri’.

Ci sono tante novità: correrò in rappresentanza del gruppo dei parlamentari e della Federagenti marittimi; l'incasso ottenuto dagli sponsor sarà interamente devoluto a favore dei marittimi di navi abbandonate nei nostri porti. Per quanto mi riguarda, cercherò' come sempre di dare il meglio di me anche in questa situazione di non perfette condizioni fisiche. L'obbiettivo rimane comunque di correre intorno le 2h30’/2h35’ con una posizione in classifica tra le 40^ e la 50^.

Sarò come sempre accompagnato da una serie di sponsor che ringrazio di cuore per il loro supporto. La novità assoluta è che quest'anno indosserò' oltre ai loghi della mia società' "Violettaclub" e Guardia Costiera, il logo della Regione Sicilia, essendo testimonial di un gruppo di atleti siciliani. Tra i tanti motivi per i quali ho voluto fortemente indossare un logo diverso da quello della mia città, c'è un ‘discorso’ con le istituzioni politiche locali ancora aperto risalente all'evento Notte Bianca dello Sport del 2009 con l'allora assessore allo sport D. Zaccaria .... e non sappiamo come finirà!

Sulla locandina creata per la maratona quest'anno il motto è: la passione si fa strada! Il motivo è legato essenzialmente con i problemi fisici che mi hanno perseguitato quindi, con la passione, la determinazione e la volontà di fare bene, affronterò quest'altra avventura. Voi siete pronti a seguirmi?”
(Nella foto di Roberto Mandelli vediamo Vito Sardella con Stefano Baldini e l'ultimo vincitore italiano a NY (1996) Giacomo Leone).

Il passo decisivo verso Staten Island sarà il Marathon expo presso il Jacob Visitor Center. Una marea umana affolla il centro congressi di NY. Una macchina perfetta ti accoglie, ti spinge dentro, ti consegna il pettorale, la maglietta, il sacco gara. La passeggiata tra gli stand dello sponsor tecnico di turno, gadgets, integratori e pubblicità allo stato puro. New York è un posto speciale, c'è una forza particolare, fa vibrare l'isola, un flusso energetico che solo alcuni percepiscono. Chi l'ha corsa una volta ha avuto, anche se solo per un momento, la fortuna di sentire la sua vitalità, sulle 26 miglia del percorso ne erano protetti e sospinti.

Il Ponte di Verrazzano è lungo 1600 metri, largo 31.5 metri, alto 210 metri, sulle note di “New York, New York” cantata dal vecchio Frank, lo farete tutto saltando. Vivrete NY come nessun altro turista potrà fare. La mattina della gara vi rimarrà nel cuore per sempre; Il venerdì e sabato tutti insieme a sgambare al Central Park e foto a Columbus circle; ricordatevi, vedrete cinque quartieri diversi: Staten Island, Brooklyn, Queens, Bronx, Manhattan; passerete quattro ponti. Prima parte della gara più facile della seconda; il sei Novembre sarà la 42 maratona di NY e voi ci sarete; divertitevi fino all'ultimo chilometro.

New York, non è una maratona, non è un evento sportivo, portare oltre 40,000 persone a correre per strada, coinvolgere 2 milioni di spettatori sui marciapiedi. La maratona di New York è la più grande operazione commerciale del running al mondo. Vista da casa è la fotocopia di se stessa, tutte le immagini sono sempre uguali, se ci sei dentro, se ti svegli alle 4 di mattina per raggiungere con i mezzi pubblici Staten Island, se dietro al tuo viaggio non c'è un tour operator, beh, allora senti un che di diverso. La metro alle 5.00 è surreale, ci sono solo podisti, la transumanza sui bus o ferry per arrivare al primo quartiere è da capogiro. Solo alle prime luci dell'alba ti rendi conto cosa stai facendo: te stesso sei un evento!

Con addosso una tuta logora, un'incerata di una vecchia gara italiana, buttato su prato, riesci forse a dormire. Numero, lettera, colore...quanto basta per capire cosa dice il tuo pettorale, da li sai dove sarai In attesa dello start: 3 ore prima.

Dopo la partenza, sul ponte Da Verrazzano, con un vento gelido e il cuore in gola, ti muovi con una massa colorata di atleti, tutti insieme fino alla fine, guardando i loro volti, sembravano tanti bambini ad una gita, con i loro sorrisi le espressioni. Usciti dall'imbuto del Queensboro Bridge vi aspetterà un vero Maracanà, gli spettatori in quel punto sono migliaia, assiepati sui marciapiedi, un frastuono incredibile. 30° km, 1st avenue la strada più lunga della gara, non se ne percepiscono le dimensioni, larghissima e all'orizzonte solo gente che corre. Una pendenza non facile, i ristori utilissimi ti portano fino al Bronx, da qui la gara è in discesa, senti il profumo del Central Park.

Sei arrivato, Tavern on the green, la finish line è dietro poche curve, alza le braccia al cielo, sei tu e NY, sei tu e la tua gioia di viverla, ascolta gli ultimi istanti di una felicità che si mischia con il dolore di una maratona, 42 mila vote la rivedrai, il tuo sguardo fuori e dentro di te. Grazie NY, oggi hanno vinto, tutti, insieme a te.