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New York - ING New York City Marathon 2011

New York e il harakiri di Mary Keitany

Maratona - New York - ING New York City Marathon 2011

New_York_City_Marathon_2011_gara_femminile_foto_Roberto_MandelliSi sono appena spenti i riflettori sulla maratona più raccontata del mondo ed è già tempo di gioire oppure recriminare per i risultati ottenuti, ciò vale per tutti i partecipanti, di qualunque livello prestazionale, ma ancora di più per i top runners.

La maratona maschile tutto sommato presenta una classifica in linea con le previsioni, semmai è da notare come sia stato letteralmente frantumato il precedente record della gara, con Geoffrey Mutai che ha chiuso in 2 h 05’06 (il precedente era 2h 07’43); anche il secondo e terzo classificato, rispettivamente Emmanuel Mutai e Tsegaye Kebede, sono rimasti sotto il precedente primato.

Lo svolgimento della gara non ha presentato particolari avvicendamenti al vertice e dopo 30 chilometri Geoffrey ha fatto gara a se su ritmi incredibili; in effetti un differenziale di 10 sec/km sugli avversari, a quei livelli, è tantissimo.

Allo stesso modo pareva accadere nella gara femminile, anzi, già dopo pochi chilometri la favorita Mary Keitany prendeva il volo con una facilità impressionante, con dei passaggi pazzeschi (alla mezza e' transitata in 1h07’56 e due minuti abbondanti di vantaggio su Dado e Deba...). Gap ancora consistente sulle inseguitrici al km 30 (1’48) e 35 (1’18) e poi tutte insieme al km 40, ma con la Keitany in calo. Alla fine ha vinto Firehiwot Dado (che ricordiamo vincitrice per ben tre volte della maratona di Roma) per pochi secondi su Buzunesh Deba e Mary Keitany che ha ceduto e terminato a 23 secondi dal primo posto.

Insomma, una gara un po’ folle della Keitany. Spregiudicatezza? Eccessiva convinzione dei propri mezzi? O che altro? Ognuno può farsi la sua idea ma per una valutazione professionale ci affidiamo direttamente al suo coach, Gabriele Nicola, che passa 8 mesi all’anno a Iten, sugli altipiani, vive e convive con le realtà quotidiane di questi grandi atleti, conosce a fondo sia gli aspetti tecnici che tutto quello che si trova dietro.

D: Gabriele, innanzitutto come stai e dove ti trovi adesso?

Rispondo alle vostre cortesi domande dall’ aeroporto di New York sulla via del ritorno in Italia. Ero in Kenya sino a pochi giorni fa e sono venuto in Europa per la maratona di Francoforte, mentre ho speso l'ultima settimana negli USA con la Keitany.

Per il resto sono molto deluso ed amareggiato per la gara di Mary a NY, ma dobbiamo reagire e riflettere molto su quanto accaduto domenica scorsa.

D: Come hai visto la maratona di New York (gara femminile a parte), che ne pensi dei risultati?

Penso che la classifica della gara maschile rispecchi i valori della vigilia, che grazie anche ad un meteo fantastico sono andati fortissimo e che ormai siamo entrati nell'era dei "turbodiesel", ovvero maratoneti capaci di frazioni velocissime durante la gara gia' in presenza di una andatura di base elevata.

Geoffrey Mutai e' oggi indubbiamente il miglior maratoneta al mondo ed ha dominato una gara di alto valore.

D: Andiamo al punto, cosa è successo a New York alla Keitany?

Sono successe tante cose insieme ma il succo e' che ha perso il controllo di se stessa all'inizio ed e' andata incontro ad un suicidio agonistico perdendo una gara che avrebbe vinto facilmente.

Ma andiamo con ordine.

La tattica della vigilia, pensando anche al main goal di Londra 2012, prevedeva una gara autoritaria e di testa dall’ inizio su valori da 3'21/3'22 al km (70'45/71' a meta' gara) con l'obiettivo dichiarato di vincere con il nuovo primato della gara (2h 22'31" della Okayo nel 2003).

Mary correva con un gps che sul display segnalava la velocita' di ogni singolo km ma, una volta trovatasi in testa, ha perso il controllo di se' e si e' fatta trascinare dal pubblico e dalla voglia di strafare.E si e' suicidata.

Infine, e' bene dire che il calo vistosissimo dopo i 35K va attribuito in parte anche al riacutizzarsi di un infortunio al gluteo destro che l'aveva già disturbata in passato in training.

D: Quando hai parlato con Mary, dopo la gara, cosa le hai detto?

Sorry per la sconfitta, abbiamo perso una gara gia' vinta perche' il ritmo iniziale era troppo alto (ho usato il plurale perche' deve essere chiaro alla ragazza ed a tutti che io voglio dividere al 100% con lei la sconfitta) e che non sara' un giorno cosi' drammatico se lei riuscira' a trarne una lezione per il futuro in vista di Londra 2012.

Ho concluso poi spiegandole quello che diceva la mia nonna, ovvero che le vittorie ed i giorni belli ti rendono felice ma le sconfitte ti rendono migliore perche' ti fanno riflettere...

D: Quali saranno le prossime gare di Mary e degli altri atleti top della Demadonnathletics?

In quanto alla Keitany e' troppo presto per parlarne. Deve tornare a casa, riposarsi un po' e poi con calma assieme con lei e con Gianni Demadonna decideremo cosa fare da Gennaio in avanti.

Discorso simile per gli altri, aspettiamo che la stagione si concluda e poi parleremo di futuro

D: Quando ti rivediamo in Italia?

Saro' a Torino per la maratona del prossimo week-end perche' e' la gara della mia citta', non posso e non voglio mancare mai.

Sara' anche l'occasione per stare qualche giorno in famiglia a riprendersi dal brutto ko di NY.

Come ho detto prima, abbiamo perso insieme e soprattutto un bravo insegnante (se io lo sono o no lo devono dire gli altri, ovvio) quando una sua alunna viene bocciata deve sempre considerare tra le ragioni del insuccesso se e' stato capace di farsi capire...

Grazie per il tuo contributo

(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)  SERVIZIO FOTOGRAFICO 

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 10 Novembre 2011 23:23)

 

Ingorghi a New York

Maratona - New York - ING New York City Marathon 2011

New_York_City_Marathon_2011_ristoro_Harlem_foto_Roberto_MandelliDifficile scrivere di questa famosa maratona dopo qualche giorno ma noi ci proviamo lo stesso in quanto forse qualche aspetto non è stato ancora ben evidenziato. Di certo non ci riferiamo al fatto che i commentatori RAI si siano dimenticati di festeggiare un italiano al comando, troppo intenti ad ascoltarsi mentre parlavano. Che Tiberti fosse in testa nell’indifferenza dell’emittente di stato si è già parlato. Peccato si sia fatto da parte al km 5, perchè ci sarebbe piaciuto verificare quando se ne sarebbero accorti. Al passaggio alla mezza?

Al contrario, anche i più attenti notisti politici hanno mancato di rimarcare il turn-over nel ranking tra i parlamentari. Il buon Lupi aveva dichiarato alla televisione che intendeva ribadire la sua leadership e se l’era un po’ tirata addosso, a favore di Gozi, che tra l’altro è della sponda opposta. Un ribaltone anche nel running…

Ma fermiamoci qui, perché non è di politica che vogliamo parlare e nemmeno di evasione fiscale, in quanto non vorremmo scoprire che tra i tanti italiani che hanno corso nella grande mela, c’è anche il nostro vicino di casa, quello che non paga la retta dell’asilo per il figlio in quanto risulta indigente, anche se l’accompagna col Porsche Cayenne, mentre noi siamo nella fascia a reddito massimo insieme a Montezemolo, Della Valle e Marcegaglia.

E’ d’ingorghi che vorremmo parlare, perché nella tanto acclamata NY, il troppo elevato numero di partecipanti impedisce di correre. Le tre partenze separate hanno solo l’effetto del pannicello caldo su un problema che l’organizzazione non sembra in grado di risolvere. Si è costretti a camminare e ciò finisce per penalizzare gravemente le prestazioni dei concorrenti.

Tra i più penalizzati ci teniamo a segnalare Angela Grisi e Giovanni Gallo, passati alla mezza dopo 3h48’49”. Finalmente liberi di correre senza ulteriori intoppi, hanno impiegato 1h46’52” per percorrere i rimanenti 21,1km. In sostanza ci hanno messo 2h01’ in meno, meno di metà tempo. A dimostrazione che se avessero potuto partire forte subito, senza impedimenti, ce l’avrebbero fatta in 3h30’. Invece con tutti quegli ingorghi sono stati limitati fino a metà gara. Tra l’altro qualche problemino l’hanno avuto anche dopo, in quanto non risultano i loro passaggi sui tappeti dei 25, 30, 35 e 40 km, ma solo sotto il gonfiabile finale. Probabilmente la grande ressa vicino ai tappeti li ha spinti oltre le transenne. D’altro canto, per lo stesso motivo, anche per altri nostri connazionali mancano dei passaggi sotto i tappeti di controllo come potete riscontrare nella sezione classifiche.

E’ ora che a NY si diano una mossa: non possono continuare ad imbrigliarci a causa delle loro inefficenze!

rodolfo.lollini@podisti.net  (Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)  SERVIZIO FOTOGRAFICO 

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 11 Novembre 2011 00:27)

 

La mia NYCM "speziata"

Maratona - New York - ING New York City Marathon 2011

New_York_City_Marathon_2011_Tito_Tiberti_in_testa_alla_gara_foto_Roberto_MandelliVorrei condensare una giornata di ordinaria follia newyorkese, ma è impossibile. Le emozioni non hanno bisogno di infiorettamenti: sono lì da leggere e interpretare, denudano il nostro io e lo mettono a disposizione del mondo. Per essere apprezzato, ignorato, criticato: per diventare un “io” migliore. Mi mancano tanto Alda Merini e i suoi aforismi sulla nudità...

Francoforte, 30 ottobre, maratona. 2h24'14”, il mio stagionale. Sono contento, erano troppi mesi (più di due anni) che non correvo una maratona a un ritmo “interessante”. Però in gara avevo brutte sensazioni, dopo un periodo di grande crescita agonistica in cui sentivo la condizione crescere di giorno in giorno. Con la condizione cresce anche la fiducia nei propri mezzi e i due meccanismi s'intersecano e alimentano l'un l'altro. E si trovano motivazioni per andare oltre i propri limiti, per cercare un orizzonte che fino ad allora non si avevano occhi per vedere. E poi la vita che gioca con noi e condiziona così profondamente il nostro agire e il nostro sentire. Su una panchina di Central Park proprio stamattina leggevo: “Life is what happens to you while you're busy making other plans”; ero a Strawberry Fields, indovinate chi ha formulato la frase... Ma un giro di vite netto – che mi piacesse o no – alla mia esistenza mi ha rimesso su binari saldi e ben orientati. Si recuperano alcune certezze e si ritrovano le energie per dirigersi su degli obiettivi chiari. Si raccoglie tutto il proprio entusiasmo e se ne fa benzina per la propria corsa (reale e metaforica).

Si prende la valigia di Francoforte, ci si infilano le scarpe per New York e si parte! Pettorale numero 8902, molto alto per uno coi miei tempi, ma non fa nulla. In altre occasioni avrei chiesto di essere ammesso al programma “Sub-Elite” (dedicato dal NY Road Runners ai migliori atleti non invitati); quest'anno volevo vedere la maratona da dentro. Sono alla mia terza partecipazione consecutiva e sento di dover vivere quest'esperienza sportiva come chiunque altro, senza pullman dedicati e tende riscaldate con massaggiatori e colazione, senza campo di riscaldamento, senza potersi collocare al via in posizione avanzata e all'ultimo minuto...

Sono con Teodoro Zanardelli, amico prima che atleta che alleno (è un po' la mia “cavia”). Uscita dall'hotel alle 5.30, metropolitana per 20' alle 5.55, traghetto per 20' alle 6.30, approdo a Staten Island e trasferimento a Fort Wadsworth in bus per 10'... Insomma, siamo nel villaggio “Blu” (per quelli con i pettorali blu) alle 7.15, consegniamo sui camioncini la nostra sacca con gli indumenti, perdiamo tempo fino alle 8.20, beviamo una brodaglia vagamente caffeinica, andiamo in bagno, ci “svacchiamo” per terra... si abbozza dello stretching, ma anche uno sbadiglio. La partenza è alle 9.40, manca ancora 1h20' e già si entra nei corral (settori). Teo entra col 4000, io coll'8000. Dal giorno prima mi frulla un'idea in testa... Non è nel mio stile, ma m'intrufolo in qualche maniera nei corral precedenti approfittando di attimi di distrazione degli addetti alla sorveglianza. Arrivo con Teo nel secondo spezzone, sono le 9.00... Ci muoviamo verso la zona di partenza, tutti ammassati, si cammina ma non è “riscaldamento”: siamo tutti compattati come pinguini dietro il cordone di sorveglianza... A 10' dal via, siamo ormai vicini al gruppo dei pettorali 1000-1999: come faccio a partire più avanti? Con faccia tosta approfitto dell'inno nazionale e scappo fuori, mi faccio largo tra gli energumeni dei Police e Fire Dept (poliziotti e vigili del fuoco). Raggiungo Giorgio Calcaterra e gli faccio l'in bocca al lupo; vediamo i top schierati davanti, ma tra noi e loro ci sono 30 metri e 300 persone...

Non si pensa più, adesso si deve correre e il più veloce possibile!!! Le gambe mi fanno ancora male da Francoforte, ma non ci voglio badare. Sono freddo, ho fatto a malapena stretching e sono passate più di 4 ore da quando sono uscito dall'hotel. Ore 9.44, in ritardo il colpo di cannone accende la bagarre. So che davanti correranno forte dall'inizio, so che la mia idea non è originale, ma che ci vogliono gambe buone per darle concretezza. So che ho al massimo 300 metri per uscire dalla bolgia e potermi distendere, so che il primo miglio è in salita e i top andranno forte ma non a tutta, so che se li prendo entro il cambio di pendenza del Verazzano Bridge, poi in discesa potrò tenere e vincere la mia scommessa: essere in testa alla gara al secondo miglio! Lì c'è Roberto Mandelli di Podisti.net che cerca d'immortalare quanti più “italians” possibili e con cui il giorno prima scherzavo sulla possibilità di fare questa “mattata”.

Colpo di cannone allora, mi butto quasi ciclisticamente sul lato delle transenne, rischio di cadere ma sono troppo determinato, dopo 200 metri mi bruciano le cosce, ma sono quasi fuori dalla folla dei podisti, i top sono davanti, lontani! Ai 300m circa (viva il gps!) vedo spazio, mi butto al centro della strada, mi tolgo la maglia a maniche lunghe e il berretto. Il sole mi vuol baciare il testone pelato e devo andarmelo a meritare questo bacio! Testa bassa, le cosce già bruciano. “Si chiama acido lattico, bellezza!”, mi dico, ma tiro dritto. Sul riferimento empirico di un pilone del ponte ho preso il distacco: 12” ora! Ai 1000m suona il gps, leggo di sfuggita un parziale di 2'48” e so che ormai ho meno di 5” da recuperare. Strappo ancora a tutta e chiudo il buco, mi accodo per poco al gruppo dei top, sono 22 mostri sacri della maratona mondiale, sulla schiena hanno spillato un dorsale riportante nazionalità e bandiera. I primi due che ho letto, incollandomi alle loro calcagna, sono Morocco 6 e USA 7, Gharib e Keflezighi: il cuore fa un tuffo! Le cosce bruciano, ma cosa ho da perdere? Primo miglio, cambio di pendenza, chiedo al cuoricino di chetarsi e allo stesso tempo di darmi due colpi in più per darmi la forza di passare. Mi lancio davanti, spostato sulla destra del plotone: ho paura di farli inciampare o d'intralciare... io sto facendo la “goliardata”, loro si giocano la vittoria (e alcuni anche un po' del futuro proprio e delle famiglie: non posso dimenticare che in Kenya la corsa è una strategia di emancipazione dalla povertà...) In discesa son sempre stato rapido, posso spostarmi un po' al centro - cacchio! - chissà gli amici davanti alla TV: mi immagino la faccia di mamma e papà, Giovanni Mesk che salta sul divano e lancia strali, EG DA e GF che strabuzzano un po' gli occhi e metton fuori le quote per gli scommettitori su quanti chilometri reggerò, gli yogarunner che si dimenticano di salutare il sole... Invece il sole è lì e lo saluto io! Guardo in su e non ci credo: in testa a NY, mi sento scemo, adolescenzialmente scemo... Mi diverto un sacco qui davanti, guardo in su – verso il sole Oscar – e sento che sul divano a saltare ci vorrebbe essere anche Max (e che lui avrebbe avuto gambe per fare il mio stesso “numero”). Guardo il sole e penso che a Genova il diluvio si è portato via delle vite. Intanto passano metri e secondi preziosi... Guardo per terra e so che qualcuno a casa sogna di correre e non può. Mi giro di lato e c'è Matteo (Matthew Kisorio) che corre facile, butto l'occhio più in là e mi scappa da ridere: cosa ci faccio qui? Leggo i nomi sui pettorali e scuoto la testa mentre corro: Mutai G., Mutai E., Kebede, Meb, Rothlin, Barrios, ancora Gharib, Gebre, Moran, Sisay, Kibet...

Ma le gambe tengono e il pubblico mi tiene in piedi. Però oggi fanno proprio sul serio... dopo la tirata iniziale ho recuperato un pochino in discesa, ma so che non avrò vita lunga. Il quinto chilometro, in leggera ascesa, sui 2'56” segna la mia “resa”... ma 5 km in testa alla NYCM sono impagabili. Non perché io pensi di aver fatto qualcosa di eroico o straordinario (ho semplicemente corso), ma perché – cari signore e signori podisti e amanti della corsa – io mi sono DIVERTITO come non mi capitava da anni... Trovare delle ragioni di divertimento nella fatica è davvero difficile. Certo, per farlo ho dovuto fare allenamenti massacranti e qualche sacrificio fuori dal normale... ma alla fine sono stato ripagato. Riuscire di nuovo a divertirmi correndo è una ricompensa migliore di qualsiasi medaglia. 5000 metri a tutta e mancano 37 km... Aiuto!

Avevo deciso di dar retta al mio allenatore Fabrizio Anselmo e di non spingere per tutta la maratona. Disputare due maratone a tutta in due domeniche consecutive non è eroico, bensì dannoso. Però ho il via libera per fare un po' di medio, per 18-20km... Mollo abbastanza di colpo il gruppo di testa, mi defilo a sinistra e rallento vistosamente, mi passano dopo poco due africani già staccati dal “leading pack” e li saluto. Lo stato di forma è buono e recupero in fretta, il pubblico mi incita e io lo istigo a sostenermi, le gambe ricominciano a girare: una sorsata d'acqua al 4° miglio e mi lascio andare. Vado un po' a zig zag, scambio battute col pubblico (per fortuna parlo inglese e spagnolo correntemente e posso interagire), batto cinque, ricevo baci volanti da biondine avvenenti (o forse quelle sono solo frutto della fantasia e della stanchezza?), faccio l'aeroplanino e il pubblico impazzisce. Da dietro non rientra nessuno, giro a 3'20”/km: sono solo su vialoni immensi popolati da migliaia di persone scese in strada per far chiasso, allegro e colorato chiasso! Parlo troppo, in salita il fiato si fa corto, ma “chissenefrega!”, in testa mi suona il Billy Joel sentito in metro da un talentuoso negro disoccupato con cui ho scambiato opinioni interessanti “I'm taking a Greyhound / On the Hudson River Line / I'm in a New York state of mind”. Era un ragazzo con figli, senza lavoro e con l'affitto da pagare, eppure aveva una canzone nel cuore e un sorriso sincero in volto; mi ha confessato “sono un uomo fortunato: ho una voce e una chitarra”. Avrei voluto sparire, sentendolo parlare così francamente... ma era così sereno: lo scambio si è concluso con un segno di amicizia e una transazione commerciale (qualche dollaro in cambio di una canzone; non c'è niente di male. La Apple chiede 99cent per scaricare un brano, no?).

Un campanaccio da vacche all'alpeggio mi riporta sulle strade di Brooklyn, sono al 15° km e il fiato non è così corto. C'è un tipo davanti a me, ha circa 100m di vantaggio, diciamo per comodità 15”... Sono qui per giocare e gioco! Scommetto con me stesso che entro l'8° miglio lo prendo. E oggi non voglio perdere, non da me stesso! Pronti via: al ritmo dei cicalini della folla divoro un 1000 in 3.02. Fantastico! Affianco il ragazzone, lo aiuto per un pezzo, ci scambiamo i bicchieri di integratore a un rifornimento.

Hey, ma qui qualcosa duole! C'era da aspettarselo, son pur sempre carne e ossa. Lascio andare il tizio e verso il 19° km vengo riagganciato da un gruppo con gli amici Calcaterra e Achmuller. A vista mi sembrano un po' troppo “in spinta”, mi scappa il pensiero che possano pagare la prima parte brillante, ma ovviamente mi auguro che la gara riservi loro grandi soddisfazioni. Mi attacco lì, poi però mi torna la voglia di giocare col pubblico e mi trovo a fare l'andatura.

Senza rendermene troppo conto, forse si accelera e Giorgio prende qualche metro. Lo scoprirò alla mezza maratona. Salendo sulla rampa del Pulanski Bridge, penso al mio allenatore e all'amico Teo. Il mio “medio” finisce qui: 13,1 miglia in 1h11'11” (neanche a farlo apposta!). Teo dovrebbe arrivare a cavallo dell'ora e trenta. Devo passare quasi 20', corricchio, incito i podisti che transitano. Passa staccato di pochi secondi Calcaterra, poi con meno di 100m di distacco passa l'amico Concas di Genova, arriva anche Antonio Santi – uno dei miei podisti preferiti – e capisco che si sta gestendo bene, poi passa anche il pinerolese Valerio Gullì e vederlo correre come si deve dopo tante traversie mi fa immenso piacere. Passa anche il mio compagno di team, ex campione di pugilato, Salvatore Ciconte. Anche lui si sta gestendo, prevedo grandi cose! Poi tra i tanti spunta Lara Mustat, compagna di sponsor tecnico e buona amica per interposta persona (ma poi andremo a cena e ci conosceremo meglio!): anche lei corre proprio bene. Comincio a sentire freddo, scambio due parole con una gentile tifosa arrampicatasi sul ponte deserto e le do l'indirizzo email così mi manderà la foto che scatterà a me e Teo, al passaggio... Teo arriva presto, troppo presto... 1h28' è un po' forte e lui è un po' cotto. Non fa niente, gli farò coraggio strada facendo! Da lì in avanti è fondo lento, poi per Teo arriva una brutta crisi verso il 35°. E' coraggioso e non smette di correre, arriva un nuovo primato personale in 3h08' e sulle ginocchia! Arriviamo insieme ed è una cosa importante per me. Ci sono tante priorità nella vita, supportare gli amici è una di quelle cui non voglio assolutamente rinunciare. I detrattori amanti della statistica sottolineeranno che in graduatoria annuale di maratona compariranno 2h24' e 3h08', ma noi tireremo fuori la foto dell'arrivo e li saluteremo con un bel brindisi.

Universal Sports:

TG3:

Questa è la storia della giornata. Righe scritte con la ritmica incalzante del corridore, righe tinte di rosso: quello della mia maglietta, quello della mia passione e del mio credo. La storia finisce qui... Anzi no! Dopo il traguardo c'è la trafila del ritiro della meritata medaglia, il ristoro con la “recovery bag”, la camminata fino all'uscita sulla 77st e il recupero dei propri abiti di ricambio, una vestizione on the road, e il rientro faticoso alle proprie dimore provvisorie (dicansi “alberghi”). Insomma, la mia maratona di NY 2011 in concreto è durata più di 8 ore, in astratto durerà tutta la vita...

Non è professionale, ma voglio citare alcune tra le persone che hanno saputo starmi vicino in momenti difficili (la maratona della quotidianità): Vinz Daggiano che ascolta e sa dire con poche parole, Paolitos Olivari che è sempre scassato ma non si arrende mai, Jo Mascherpa che Dio lo fulmini se andremo mai d'accordo sulla weltanschauung ma che salta sulla sedia prima degli altri, Olly che “scoda” molto, Daniele che scalpita per correre e che ha la testa dura, Angelo Moglia che è un'entusiasta sincero, Christian Resta che lo fulmino io se entro 12 mesi non corre almeno una mezza, Anto “psyco” e Vale Micol che mi hanno inconsapevolmente insegnato a sorridere di nuovo, Francy che ha fotografato un tubo catodico. Poi ci sono Stefy “pastisuna” che mi ha fatto ballare e Nicola “cornacchione” che non ha mai corso, ma ha un menisco da rifare e un lavoro da inventare. E poi ci sono tutti i precari del mondo, in qualsiasi significato e campo si voglia esplorare il concetto di precarietà... Nessuna di queste persone si aspetta un “grazie”. Ma tutte lo meritano, profondamente.

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)  SERVIZIO FOTOGRAFICO   

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 11 Novembre 2011 00:28)

 

Diario da New York: si torna in ufficio

Maratona - New York - ING New York City Marathon 2011

New_York_City_Marathon_2011_Tito_Tiberti_in_testa_foto_Roberto_Mandelli

Martedi 8 Novembre ore 12.00 Londra - La musica è finita, siamo in aeroporto per l'ultimo volo, domani in ufficio a smaltire il fuso orario, dopo il piacere tornano i doveri, è stata pero' una bella esperienza.

Lunedi 7 Novembre ultimo giorno a New York - Al mattino appuntamento con i saldi del merchandising della maratona che apre alle 7.00, chi tardi arriva male alloggia, l'invenduto viene piazzato a prezzi scontati, a metà mattina c'e' una bella fila ma per moltoìi non ne vale la pena attendere, si preferisce lanciarsi verso la 5^ avenue dove un po' ovunque ci sono file, Apple Store, Abercrombie sono i luoghi dove la fila è piu' pronunciata, non ci sottraiamo neppure noi ma quanti soldi si spendono...
Domenica 6 Novembre ore 14.20 Siamo all'arrivo - Le parole si sprecano, ogni anno è sempre la stessa cosa, la gara è bellissima e l'organizzazione perfetta, sparo un cifra, sul percorso ci saranno stati almeno 5000 volontari, dico 5000! senza contare i poliziotti che non credo di mancare di molto se dico che erano almeno 500.

Una giornata di sole fantastica con 10° almeno alla partenza 3 15° all'ora di pranzo, una leggera brezza alle spalle sino al 30 km., un tifo come al solito spettacolare, non potevamo sperare di meglio.
Il percorso non lo scopro io, è sempre quello, impegnativo in particolare sino al 25° km. con continui saliscendi, la wave 1 è partita alle 09.40 ed alle 08.55 chidevano i Corral (box di partenza), appena hanno chiuso co hanno fatto muovere verso la linea del via e qui il sottoscritto ha avuto un colpo di fortuna paurosa, un anfratto tra i pulmann che dividevano le corsie di partenza mi ha permesso prima di sbirciare e poi di entrare nella corsia dei top di seconda fascia, quelli dalle 2h20 in su condita di qualche VIP come il portierone della Juve Van Der Sar.
In questo gruppo c'erano Paola Sanna, Adil Lyazali, Vito Sardella, questo con altri stranieri occupavano la prima fila colore arancione di un gruppo di circa 50 atleti, io naturalmente, una volta li non ho resistito e mi sono piazzata in prima fila del secondo gruppo, praticamente in 51^ posizione, di fianco a me, naturalmente erano tutti italiani inbucati, come me del resto che avevo il pettorale 14000.
Ad immortalarci con le foto, io avevo finito la batteria con le foto nel villaggio, il patron della Montefortiana che con il pass di Race Director (lo ottengono tutti gli organizzatori, che ne fanno richiesta, di gare AIMS) si era a sua volta inbucato in quella zona con la sua immancabile bandiera tricolore, insieme a lui una coppia di simpaticissimi del Consorzio del Vino Soave di Verona dei quali pubblicheremo le bellissime foto. Se non ci fossero stati loro non avremmo foto della partenza perche0 il nostrao Roberto Mandelli era piazzato all'uscita del ponte di Verrazzano in un punto spettacolare per immortalare i top runner.
A proposito di top runner, Monetti nella diretta RAI non s'è accorto che il ragazzo che è stato in testa dal 2 al 3 miglio aveva la maglia arancione dell'Atletica Gavardo ed era naturalmente un italiano noto, si trattava di quel tito Tiberti che 2 settimane fa a Francoforte ha corso in 2h24. (Nella foto di Roberto Mandelli vediamo Tito Tiberti in testa alla gara).
I tre percorsi, verde, arancione e blu, si sono uniti dopo alcune miglia mentre si transitava a Brooklin, la folla sull 92^ strada era incredibile ed il massimo di quel quartiere lo si e' raggiunto al 12°, arrivati alla mezza posizionata su cavalcavia autostradale si è poi scesi per arrivare al Quensbooro Bridge che quest’anno ha cambiato nome in "Ed Koch Bridge", qui un'altra salita in un ambiente completamente silenzioso, un tratto duro che solitamente mette a nudo le prime difficoltà dei podisti meno preparati come ad esempio i sottoscritto.

La discesa dal ponte ti getta dentro alla bolgia della 1^ strada dove vagonate di spettatori, olandesi e Francesi in particolare, fanno un chiasso pazzesco, qui la direzione e' ancora nord e la leggera brezza a favore continua ad aiutare i podisti nella risalita verso il Bronks dove si correrà un breve tratto per poi rilanciarsi giu' ad Harlem e chiudere sulla 5 strada verso Manhattan e Central Park.
Gli ultimi chilometri sono eccezionali per chi ha la forza di apprezzare il calore del pubblico che nell'ultimo chilometro e' dilagante. L'arrivo è per tutti una grande emozione, il dopo è una grande sofferenza, è prima la medaglia, poi in fila per la foto, poi in fila per il cestino del ristoro, poi 1 o 2 km. di passo per poter ritirare la sacca.
Personalmente la mia gara è stata un disastro ma non sono l'unico, nel ritirare la sacca vedo che ancora tantissimi tra coloro che avevano numeri bassi, non hanno ancora ritirato la sacca dopo quasi 5 ore, questo significa che la % dei ritiri o di coloro che ha rallentato parecchio è discretamente elevata, la New York City Marathon è una gara molto impegnativa e chi è riuscito nei propri obbiettivi puo' a ragione conisderarsi ampiamente soddisfatto.
Dalla classifica degli italiani appena 06/11/2011 New York - La classifica di tutti gli italiani potete vedere quali siano stati i pochi italiani a chiudere con un negative split, onore a loro e disonore ai pochi che quest'anno hanno tagliato.

New_York_2011_gruppo_Park_Central_foto_Roberto_MandelliDomenica 6 Novembre ore 05.00 - Buon giorno Italia, mentre da voi sono le 11.00 del mattino noi ci siamo appena alzati, il giorno tanto atteso è arrivato, ci sarà il sole ed una leggera brezza a favore nella prima parte, gli italiani iscritti sono 3770 quelli che prenderanno il via un po' meno, piano piano ci troveremo tutti oltre Verrazzano Bridge da dove alle 09,20 inizieranno le partenze di questa edizione. Alle 09,20 le top donne (senza italiane), alle 09,40 la prima onda (Wave 1) con l'obbligo per i podisti di entrare nei corrals con 45 minuti di anticipo. Voi che siete a casa e vedrete la gara in TV state attentissimi perche' ci sara' un italiano che cerchera' di partire a 2,45 al chilometro per arrivare in testa alla gara sino al 2° miglio dove, alla discesa del ponte, ci sara' il ns. Roberto Mandelli ad immortalarlo. Ora vi dobbiamo lasciare, mi raccomando seguiteci, il miglior modo per farlo e spiegato nell'articolo seguente New York: finalmente in diretta sulla RAI, però...
Chiudiamo con una bellissima notizia, Stefano Baldini e Virna de Angelis hanno riformato una famiglia ed a Marzo nascera' il secondo genito, Congratulations!!
(nella foto vediamo il gruppo Podisti.Net del 2010 pronto della partenza).

Sabato 5 Novembre - Alle ore 20.30 italiane (le 15.30 qui a NY) saremo in diretta web in videoconferenza da Park Central da dove vi trasmetteremo l'incontro pregara "Born To Run" con Stefano Baldini, Fulvio Massimi e Laura Fogli.
L'inizio della diretta sarà evidenziato sull'home page del ns. sito con un banner nero lampeggiante.

ENTRA QUI

Venerdì 4 Novembre 2011 Ore 12.00 VIP da Eatitaly - immagini fotografiche di Roberto Mandelli
"Eatitaly" è un luogo eccezionale, la chiamano birreria ma dire che e' riduttivo è poco, è l'Italia e la sua cucina, qui potete comprare tutto e sedervi a mangiare come e meglio che da noi, hanno tutto il meglio della produzione italiana di prodotti culinari e vitivinicoli, direi la miglior scoperta di questo viaggio a NY, un negozio da non perdere. Dopo la dovuta premessa disinteressata andiamo sui V.I.P., gli accadimenti di queste ore in Italia rendono la presentazione dei parlamentari volutamente sottotono e senza troppa enfasi, non vengono presentati tutti, prendono la parola solo Lupi e Fadda che, divisi dagli schieramenti politici sono seriamente divisi anche da una sana rivalità essendo entrambi accreditati di tempi vicini alle 3h45'. Sapiente la regia di Gianluca Martinelli che è riuscito a coinvolegere tanti personaggi che riusciamo ad intervistare allegramente in videoconferenza web con l'Italia. Oltre allo stesso Martinelli passano da noi, Stefano Baldini, Giacomo Leone, Alex Zanardi, Hermann Achmuller, Antonio Santi, Vito Sardella, Michele Mesto (Stramilano) che ci conferma la Stramilano al 25 Marzo, Andrea Trabuio (Milano City Marathon) che ci annuncia in esclusiva che quest'anno la sua maratona si correrà finalmente in una domenica senza traffico (15 Aprile). Arriva anche Michele Acquarone che e' il direttore Generale di RCS Sport, correrà la gara e spera di migliorare il tempo del 2010 di poco sopra le 4h20. Infine siamo riusciti pure ad intervistare in diretta web Maurizio Lupi del PDL e Paolo Fadda del PD che ha lanciato apertamente la sfida al Vice Presidente della Camera per il primo posto tra i parlamentari. Da segnalare infine che la senatrice Roberta Pinotti ha annunciato di voler ritornare anticipatamente a Genova rinunciando a correre la maratona per stare vicina alla sua città.

Venerdì 4 Novembre 2011 Ore 10.00 Incontriamo Giovanna Botteri del TG3 - Sono le 11.40 dobbiamo catapultarci da "Eatitaly" al 200 sulla 5 Avenue per la conferenza dei parlamentari, andiamo di corsa alla fermata della metro sulla 72esima e l'occhio del sottoscritto riconosce subito Giovanna Botteri che cammina sul marciapiede, una battuta e lei si ferma sorridente a fare due chiacchere, ci racconta che vive esattamente li sopra dove c'e' quell'antenna parabolica e che sta andando a lavorare perche' tra poco c'e' il collegamento serale con il TG3 e poi quello notturno. E' simpaticissima, cerca di spiegare a noi {#emotions_dlg.smile} che siamo del settore che per correre una maratona è molto impegnativo e che lei non ci riuscirebbe, le chiediamo aiuto a districarci nei meandri della metropolitana, con i suoi consigli arriviamo incredibilmente alle 12.05 all'appuntamento, un saluto e via, lei al TG3 e noi al 14 piano nell'attico alla festa organizzata da un noto formaggio italiano.

Venerdì 4 Novembre 2011 Ore 10.00 Conferenza stampa top Runner - Nella sala stampa della NYCM c'e' gran fermento, sta per iniziare la conferenza stampa piu' importante, ci sono tutti i grandi favoriti di questa straordinaria edizione, c'e' il vincitore uscente Gebre Gebremariam, c'e' l'immortale Jaouad Gharib, il brutto Tsegaye Kebede, il simpatico Meb Keflezighi, c'e' il voncitore di Londra 2011 Emmanuel Mutai, c'e' il vincitore di Boston 2011 Geoffrey Mutai e c'e' lo svizzero Viktor Röthlin.
Mandelli si diverte come un matto e la sua collezione di foto di campioni cresce a dismisura. Gli occhi sono tutti puntati sui due Mutai (nella foto) ma il parco dei partenti e' cosi' ampio che potrebbero esserci delle sorprese, ad esempio esordisce un keniano del Rosa Team che ha vinto la mezza di Philadelphia sotto i 59' e non è dato tra i favoriti...


Venerdì 4 Novembre 2011 Ore 07.00 Allenamento in Central Park - Non c'e' nulla da fare, gli italiani volenti o nolenti sono e saranno sempre i piu' chiassosi invasori di questa maratona, siamo qui sul traguardo della Maratona e il 50% della gente che si ferma a fare foto durante la corsa sono italiani, notiamo a pella un calo di francesi, olandesi, tedeschi e inglesi, i dati ufficiali confermeranno o meno questa sensazione, i 3767 italiani iscritti (200 in meno del 2010) sembrano invece essersi dati appuntamento tutti a quest'ora nello stesso tratto di strada.
Terramia, Born To Run, Ovunque Running, Effetto Italy schierano tutti i loro pezzi da novanta per l'allenamento mattudino in una sfida a chi fa il gruppo piu' grosso.
Il gruppo Terramia è immenso e molto sfilacciato, non poteva essere altrimenti a causa del ritmo di corsa imposto da Orlando Pizzolato che non puo', non per colpa sua, essere tenuto da tutti.
Il gruppo "Born To Run" è un po' piu' compatto sebbene ridotto rispetto a quello baldisserottiano, il livello piu' equilibrato dei runners permette a Fulvio Massini, Laura Fogli e Stefano Baldini (che fatica sono in tre mentre Pizzolato e' da solo:) ) di gestire meglio il plotone.
Il gruppo Ovunque Running poi non ha vip ma un Massimo Rossi pimpante a coordinare da far suo la brigata, Lolo Tiozzo mai domo a dare consigli su come meglio interpretare la gara, lui che di NYMarathon ne ha corse piu' di ogni altro titolare di agenzia.
Il quarto teour operator in campo con il suo esercito è Effetto Italy che è guidato da Roberto Fedeli L'ex della Eis (agenzia che ha chiuso i battenti due anni fa) e che vede Giacomo Leone come valente uomo squadra negli allenamenti.
Il nostro Mandelli è in bicicletta ma non è a suo agio, le foto in ogni caso si sprecano in un'orgia di gente che si litiga la migliore posizione davanti al traguardo, per ora siamo tutti felici, domenica sera vedremo...

Venerdì 4 Novembre 2011 Ore 05.00 Pubblicata la lista degli italiani - La lista degi italiani e' tutta da sistemare e vanno passati uno per uno, è un lavoro pesante ma c'e' attesa in Italia, la stampa nazionale dal Corriere della Sera al Mattino di Napoli per non parlare di diversi quotidiani locali sono giorni che attendono questa lista, non posso non pubblicarla subito ed infatti alle 06.55, cinque minuti prima dell'allenamento mattutino di gruppo la lista e' pronta e pubblicata.
New York 2011 - Tutti gli italiani iscritti

Venerdì 4 Novembre 2011 0re 00.00 - Finalmente l'elenco completo degli italiani - Non ci speravamo più ma oggi siamo riusciti ad avere in esclusiva assoluta l'elenco completo degli iscritti di nazionalità italiana. Per averlo ho dovuto conquistare le graziose ragazze dell'ufficio stampa capitanate da un'inflessibile "capo ufficio stampa" che prima di autorizzare l'estrazione mi ha giustamente chiesto chi ero e cosa ne facevo, saputo che ero di Podisti.Net un sorriso ha sancito l'ok, tempo
due minuti avevo la lista sulla casella mai.
La prima lunga ma soddisfacente giornata si chiude, domani ci attende un nuovo allenamento con Baldini che Mandelli seguira' in bicicletta, alle 09.30 una nuova puntativa all'expo maratona e alle 12.00 (le 17.00 in Italia) la conferenza stampa dei parlamentari italiani che trasmetteremo in diretta web DA QUI.

Giovedì 3 Novembre 2011 ore 12.00 Arrivano i V.I.P. - Siamo ancora qui allo stand New York Times ed e' iniziata la processione dei personaggi italiani più noti, sono passati a noi Stefano Stefano Baldini con Giacomo Leone, poi sono arrivati Luca Speciani con la compagna Lyda Bottino ed infine Julia Jones.

L'ideatore della Dieta Gift punta a correre sotto le 3h15', recenemente ha corso in 3h12' con un apprezzabilissimo "negative split".
La giornata prosegue e, mentre allo stand Milano Marathon, posizionato proprio di fronte alla ns. postazione "rubata" al NYTimes, è in distribuzione gratuita la copia odierna della Gazzetta dello Sport, arriva l'organizzatore della Stramilano Michele Mesto con il noto maratoneta Vito Sardella.
A sorpresa arriva una telefonata a Sardella, in diretta su P
odisti.Net la moglie di Vito gli annuncia che il nascituro che fara' compagnia al primo figlio maschio sara' femmina, congratulazioni!
Arriva a sorpresa a salutarci anche il campione australiano Page che è accreditato di un buon 2h13.

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Giovedì 3 Novembre 2011 ore 11.00 - Siamo all'expo maratona dove c'e' una gran ressa e da dove non riusciamo ad effettuare il collegamento in videoconferenza.
Ci rechiamo al ritiro pettorali e troviamo una fila di circa 300 metri, gente civilissima rispetta il prossimo inventandosi file perfette che in Italia non conosciamo, rapidamente arriviamo all'ingresso e qui in 3 minuti l'intero iter e' completato, siamo tutti sorridenti, non resta che correre.
Usciamo nell'area commerciale, tra le cose piu' interessanti che sbbiamo visto dal punto di vista dei materiali vi sono alcuni nuovi modelli di calzature come K-Swiss, Sneakers, Newton altre alle solite marche che pero' presentano modelli per noi italiani sconosciuti come New Balance e Puma. Tra gli espositori da segnalare tra i pochissimi italiani lo stand di Milano Marathon con Andrea Trabuio, Luigi di Salvo contornati da tre graziosissime ragazze e, presso lo stand AIMS la simpatica conferma della Maratona di Venezia.
Podisti.Net si è appoggiato presso lo stand del NY Times approfittando di un po' di spazio libero.

Giovedì 3 Novembre 2011 ore 09.00 - Siamo appena rientrati dall'allenamento mattutino, si è trattato di una sgambatina in allegria assieme al gruppo Born To Run capitanato da Stefano Baldini e Laura Fogli. Abbiamo corso 5 chilometri con partenza dal Plaza, visita all'arrivo della Maratona con stop per le foto di rito e ritorno a zig-zag lungo l'8^ Avenue per fare ritorno alla 40esima strada.
Baldini tirava il gruppo ad un passo di 5 minuti/km e dietro qualcuno faticava a tenere il passo ma poi lo stop "fotografico" davanti al magnifico arrivo ha permesso di rinserrare le fila, le belle foto di Mandelli sono gia' on line.
Intanto girano i primi numeri complessivi, si parla di 3800 italiani e poco meno di francesi, siamo ancora una volta la nazione piu' rappresentata, strani numeri per una nazione in grave crisi del debito sovrano...
Alle 09.30 andremo a ritirare il pettorale all'expo maratona da dove cercecheremo di collegarvi in videoconferenza attraverso il seguente link: http://www.videoserver05.unimore.it/podistinet, quando saremo on line vedrete un banner lampeggiante sull'home page del sito, per entrare bastera selezionare "entra come guest" e mettere un nickname qualsiasi.

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New_York_2011_Airport_Philadelphia_foto_Roberto_MandelliGiovedì   3 Novembre 2011 ore 04.00 - Sono le quatto del mattino, mentre in Italia vi apprestare ad andare alla macchinetta del caffè dell'ufficio per il break mattutino, noi siamo svegli dopo poche ore di sonno, come previsto, a causa del cambio repentino di fuso orario, poco male, cercheremo di abituarci un po' alla volta alle 5 ore di differenza che diventeranno 6 tra sabato e domenica senza pero' sforzarci troppo perche' poi lunedi si torna a casa.
Il gruppo targato Podisti.Net è partito regolarmente da Milano Linate via Londra, chi è atterrato a New York è arrivato all'hotel Fairfield sulla 40 strada alle 19.45, chi è atterrato a Philadephia è arrivato qui alle 20.00 dopo 2 ore scarse di pulmann.
L'hotel è in una posizione fantastica a due passi da Time Square, a 50 metri dalla linea blu della metro (quella che dopo 3 fermate e' a Columbus Circle) e a 500 metri da Jacobs Javits Center sede dell'Expo Maratona.
Alle 07.00 partiremo tutti insieme per l'allenamento mattutino, abbiamo appuntamento con Stefano Baldini all'angolo tra la 5 strada (Apple Store) e Central Park Est, proprio davanti al Plaza, faremo foto in quantita' che cercheremo di mostrarvi gia' questo pomeriggio, intanto stiamo caricando le foto scattate ieri durante il viaggio ed a breve saranno on line.
Alle 09.30 andremo a ritirare il pettorale all'expo maratona da dove cercecheremo di collegarvi in videoconferenza attraverso il seguente link: http://www.videoserver05.unimore.it/podistinet, quando saremo on line vedrete un banner lampeggiante sull'home page del sito, per entrare bastera selezionare "entra come guest" e mettere un nickname qualsiasi.

Il clima e' buono, oggi è previsto sole ed una temperatura di 8° di minima e 14° circa di massima e della neve tanto pubblicizzata nei girioni scorsi non c'e' la minima traccia, New York: tempo previsto.
(Nella foto l'aeroporto di Philadelphia - Foto di Roberto Mandelli).

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Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Novembre 2011 15:12)

 

Roma e New York, le due capitali del mondo: il perchè dello stesso sforzo

Maratona - New York - ING New York City Marathon 2011

Una famosa casa motociclistica giapponese, prima di mandare in produzione i suoi scooter, da anni, testa la stabilità e resistenza delle due ruote sulle vie di Roma, per poi venderli in tutto il mondo. Da sempre, le strade della capitale, sono un esercizio di resistenza e forza non solo per i nostri mezzi gommati. Sanpietrini e buche, purtroppo, fanno la differenza in qualsiasi condizione. Corrervi una maratona è un prova unica per tutti gli atleti. Firehiwot Dado, l’atleta etiope che domenica 6 novembre ha vinto la maratona di New York in 2h23'15, è da tre anni la regina incontrastata della capitale. Ha vinto la Maratona di Roma nelle tre edizioni passate 2009 (2h27’08”), 2010 (2h25’28”), 2011. In quest’ultima edizione ha tagliato il traguardo di Via dei Fori Imperiali in 2h24'13” riuscendo a chiudere la gara scalza, imitando il grande Abebe Bikila, negli ultimi 200 metri, fermandosi e ripartendo senza scarpe.

Riuscire a vincere per tre volte di seguito la MDR è avere una preparazione diversa dalle altre atlete. Mary Keitany, la keniana che domenica a NY è partita in solitaria, gestendo una gara a ritmi folli, non ha retto il nervosismo del tracciato americano, abituata a tracciati più regolari. Ha rallentato nel finale, sino a essere raggiunta e superata al 41° km da Firehiwot Dado.

Se esci vincitrice dai sanpietrini di Roma, per tre anni di seguito, hai qualcosa in più. Reattività, prontezza nel reagire su di un fondo stradale difficile, gestire oltre 85 cambi di direzione (quanti sono a New York e a Roma), Firehiwot Dado ha fatto la sua gara sapendo cosa l’attendeva, anche se non aveva mai corso New York. Che cosa farebbe un’atleta del suo calibro se preparasse al meglio gare su tracciati “puliti” come Rotterdam o Berlino?

Le nostre gambe non sono le sospensioni di una moto, non c’è un progetto giapponese dietro ai tanti chilometri macinati ogni anno sul tracciato romano. Sta di fatto che la Maratona di Roma è una gara dove i grandi campioni forgiano le loro leve, fanno esperienza di testa e tattica, preparano la loro vita atletica ai successi in tutto il mondo.

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