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Milano Marathon 2012

La mia Milano City Marathon 2012

Maratona - Milano Marathon 2012
Dileo_Mariella_"Cerco una donna che voglia partecipare alla maratona di Milano,in squadra, per sostenere la Onlus L'Abbraccio! Questo è l'annuncio che trovo una mattina sulla mia bacheca. Come potevo non farmi prendere da un simile invito?? Corro da anni, corro per me, ma mi piace correre anche per delle buone cause e questa mi sembrava una di quelle per cui valeva la pena affrontare il viaggio e lasciare la famiglia! Tante volte avevo seguito sul sito le loro iniziative,tutte bellissime,tutte motivate da nobili sentimenti,tutte sostenute da un'incredibile entusiasmo! Avere la possibilità di fare parte della loro squadra era per me una grande opportunità. Invio la mia adesione, immediatamente mi rispondono con conferma e inviano il nome della squadra "DA NORD A SUD CON AMORE". E infatti è proprio l'amore per la vita il motore che mi fa correre e che mi portava a Milano! Avendo partecipato meno di un mese fa alla "Maratona di Roma", sapevo che fisicamente non sarei stata al meglio, ma sapevo anche che se avessi dovuto ricorrere alle mie forze mentali, lì avrei trovato tutte l'energie per poterla affrontare e terminare. E' così è stato! Arrivare a Milano e trovare 400 persone con la maglia azzurra della Onlus, sentire il loro entusiasmo,percepire la loro voglia di sostenere ad ogni costo il progetto di ristrutturare 3 locali dove svolgere attività riabilitative ed educative,e soprattutto,il loro grande obiettivo, quello di far nuotare questi ragazzi con i delfini, tutto questo è bastato per darmi l'energia per affrontarla! Nonostante una pioggia battente per tutta la giornata,nonostante una temperatura invernale, eravamo tutti pronti a partire. A me è toccata la 3 tappa. Devo ringraziarli per avermi concesso il percorso più bello: le strade della moda di Milano,il Duomo, la Scala. Uno spettacolo ricevere fiori che poi ho donato a tutti quelli che durante il percorso mi sostenevano, ma soprattutto sostenevano la causa. Ormai l'adrenalina era a 1000 e ho proseguito anche per la 4 tappa! Che emozione tagliare il traguardo con Nick! Correre sotto la pioggia regala sensazioni meravigliose nasconde le tue lacrime, ti dà un senso di libertà come nuotare nel mare, come vorrebbe il nostro obiettivo..., che nuotassero in mare con i delfini! E se la pioggia sarà di buon auspicio a tutto questo... Grazie Pioggia....Grazie Milano...Grazie l'Abbraccio! Add a comment

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 25 Aprile 2012 12:18)

 

La mia Milano (El mè Milàn)

Maratona - Milano Marathon 2012

Milano_Marathon_2012_arrivo_con_fontana_2_foto_Roberto_MandelliBagài,
di Milano Marathon ho una certa esperienza: le prime 9 le ho corse; alla 10° ho fatto servizio e nelle ultime edizioni ho fatto servizio e corso l’ultima frazione della staffetta.
Non ricordo una sola edizione in cui tutto sia “filato liscio” anche se la 2° e la 3° furono di ottimo livello, una “addirittura” con il blocco del traffico; poi la gara fu presa in mano dalla “rosea” e le cose peggiorarono fino ad arrivare alle uova e le mele marce tirate agli atleti in gara; credo che si sia toccato il fondo con la edizione settembrina con i vigili in sciopero che permisero alle auto di invadere il percorso di gara; poi è stata affidata ad Andrea Trabuio che ha preso in mano un oggetto moribondo e grondante di pessima reputazione e con grande pazienza e professionalità sta cercando di riportarlo in salute. Temo che ci sia ancora molta strada da fare; purtroppo si continua a badare più all’immagine che alla sostanza, a dare risalto alle varie starlettine di periferia e a prestarsi come strumento di propaganda personale a troppi politici piccoli piccoli; a fare tanta grancassa per attirare ricchi sponsor per pagare ricchi premi ai soliti ignoti (alzi la mano chi si ricorda i nomi degli ultimi tre vincitori!).
La sostanza invece viene lasciata in secondo piano; ma la sostanza siamo noi, noi master, poveri peones che chiediamo solo di poter correre godendo dei servizi minimi ed indispensabili; senza di noi non si fanno i grandi numeri; senza di noi le maratone rimangono piccole come i politici che cercano di sfruttarle per farsi grandi.
I grandi numeri non sono quelli sbandierati con enfasi ai quattro venti dai soliti noti chiamati a ricoprire funzioni più o meno importanti, sono quelli che si leggono nelle classifiche reali dei finisher ed i numeri di Milano sono ancora troppo bassi.
Quest’anno la mia maratona è iniziata due mesi fa; ho accettato per il secondo anno di aiutare Claudia, Elena&Luca e gli amici di SMArathon (www.smarathon.eu) a reclutare staffettisti ed a raccogliere fondi a favore della ricerca e per aiutare le famiglie con bambini affetti da Atrofia del Muscolo Spinale.
L’anno scorso mi ero impegnato molto ed avevo raccolto 7 staffette e circa 400 euro; quest’anno ero un po’ dubbioso di poter replicare anche perché molti amici Road Runners “lavoravano” per altre onlus; alla fine ho reclutato 28 staffette e raccolto 1.300 euro; questi ultimi anche grazie ad un accordo di collaborazione con Andrea Colombo della Midnight Run che ringrazio ancora di cuore.
La mia staffetta, la 4F “Fàm, Frècc, Fùm e Fadìga” composta da tre belle gnocche ed uno sfigato ha raccolto altri 1.120 euro.
SMArathon ha fatto correre ben 100 staffette; non è stato facile; le difficoltà legate agli infortuni dell’ultima ora ed ai soliti bidonari sono state risolte con tanta pazienza e con lavoro certosino ai fianchi di amici refrattari e scettici; Claudia è stata una forza della natura; l’ultima squadra di bidonari l’abbiamo riassemblata alle 19,00 di sabato sera con l’inserimento di un ragazzotto australiano che è sceso da casa sua al pasta party per chiederci “What happens here?”
A Pasquetta ero alla tapasciata dei “Ciliegi in fiore” di Casterno e mentre ritiravo i cartellini del mio gruppo sentivo i responsabili dei maggiori gruppi milanesi che smadonnavano in tutti i dialetti contro la Maratona di Milano; alla mia domanda di spiegazioni rispondevano con un “Ma t’è vìst se g’hann dà da mèt sù quest’ann a quei de servizi ? Ci chiedono di reclutare volontari che faranno servizio sul percorso ed ai ristori magari al freddo ed all’acqua per 5 ore e più e poè ghè dàn un strascetìn de giubèt e na majetina de cutùn
Il giorno dopo sono passato dalla sede Road ed ho visto il motivo del lamento; per stare in servizio sul percorso dalle 9,00 fino al passaggio dell’ultimo concorrente avremmo avuto in dotazione una magliettina bianca di cotone a maniche corte ed un “etereo giumbottino” antivento del peso di pochi grammi … ròb de màt!
Venerdi sera ho fatto una scappata al centro Marathon situato nel "cortile di Roberto"; sinceramente preferivo il tendone da circo in Piazza Castello; almeno non si barbellava dal freddo. E el piuèva de brùt
Sabato pomeriggio l’ho invece passato al pasta party di SMArathon per aiutare a consegnare i 400 pettorali dei nostri staffettisti; alla fine abbiamo avuto qualche problema con le taglie ma è stato un pomeriggio ricco di incontri e di chiacchiere con amici vari, alcuni che non vedevo da tempo come la Chiara Ky, Marco e l’architetta Valeria e la Patta della staffetta Hardcorre. E el piuèva de brùt
Domenica mattina volevo andare al ritrovo SMArathon di tutti gli staffettisti in Fiera alle 8,00 per la foto di gruppo che l’anno scorso avevo saltato; sòna la sveglia, a lèvi su, vardi foèda da la finestra: tànt per cambià el piuèva de brùt … Sùn turnà sòta i cuèrt ed ho cambiato programma! Fanculo la foto bagnata che poi alla fine è pure saltata.
Alle 9,00 in punto però ero di servizio in Corso Venezia, angolo Serbelloni MazzantiVienDalMare sotto l’acqua con il giubbottino di servizio verde pisello di due anni fa e la mia sacca con il cambio a tracolla; passaggi previsti al 24° km all’andata ed al 28° al ritorno; faccio in tempo a fare un salto in San Babila a salutare le sciùre dello spugnaggio del 27,5° km e a ciapài per la cù “Uè chisà quant laurà incoè cun le spùgnète bagnade?”
Poi cominciano ad arrivare i primi; tiriamo il nastro; gli amici vigili entrano in azione; nessuna auto in vista; nessun clacson; solo qualche pedone da far attraversare; tanti amici in gara che passano da applaudire, incitare, sfottere! Il tempo passa e cuminci a barbelà! Sono sotto l’ombrello che alla fine non tiene più; non ho messo i guanti e a stare lì fermo per ore l’umidità ti entra dentro e ti gela anche le ossa.
Il passaggio dei maratoneti è uno spettacolo; il pubblico non è numeroso (d’altra parte piove a dirotto!) ma partecipa tiepidamente e con curiosità agli incitamenti di noi volontari.
Dovrei consegnare la mia sacca al 3° cambio di Via Papiniano entro le 11.50; tra le grandissime qualità della mia staffetta “4F” non è compresa la velocità … ed ho calcolato di ricevere il cambio verso le 14.40; non mi sembra il caso di consegnare la sacca 3 ore prima! Decido, per mia fortuna, di portare la sacca con il cambio asciutto presso la sede Road di Via Canonica, non lontana dall’arrivo.
Dopo il secondo passaggio delle splendide Gem Popi&Toti a cui strappo un bacio al volo in piena azione di corsa, alle 12.30 saluto gli amici volontari e prendo il metro, anca perchè me scàpa nà pisàda ca ne poèdi pù! Lascio la sacca in sede e mi tengo addosso il giubbino portando l’ombrellino ed uno zainetto; mi piazzo all’ultimo km della maratona e 21° della staffetta; la 2° F della mia staffetta, l’imperturbabile Lale passa splendidamente in penultima posizione; dopo qualche minuto la 1° F, la capitana 2Mele mi chiama per avvisarmi che il secondo cambio è avvenuto correttamente e la 3° F, la temeraria Mara sta “volando” verso l’ultimo cambio dove passerà il testimone alla 4° F, cal poèr fioè dal Compa!
Quando esco dal metro di Papiniano trovo due sorprese; in zona spogliatoio riconsegna sacche un casino da girone infernale con gente incazzata e urlante sotto la pioggia; incrocio Antonella, la mamma di Taranto-Bolt, il nostro campione marziano e vedo passare la squadra dell’Abbraccio con la Simona-Regina-Del-Sorriso, il mitico Nick e Capitàn Cosi; in zona cambio sèm restà quatèr gàt sfigà!
Per fortuna a scaldarmi il cuore ci pensa la mia speaker preferita Rossana ed un incontro ravvicinato del terzo tipo con un angelo caduto dal cielo: la mia tedeschina preferita Dagmar. Ad aspettare il cambio siamo rimasti davvero in pochi sconsolati: delle staffette Evergreen Road ci sono Mastro-Lindo ed il Beck. Quando arriva il mio cambio sono solo come un cane.
Parto 5’ dopo il Beck ma non riesco mai ad inquadrarlo nel mirino; correre da solo sotto l’acqua in una città deserta è proprio roba da mettersi a piangere; penso che far partire le staffette un’ora dopo sia stata una cagata mostruosa; per fortuna i volontari ed i vigili sono tutti al loro posto e per la verità sono gli unici per strada; pur correndo a singhiozzo riesco a recuperare 4 o 5 posizioni; al ristoro del 35° sento il vocione inconfondibile del Sandrone Molteni “Compa ma te sé ancamò chì?” L’unico raggio di sole della mia gara solo 2Mele e Lale che mi aspettano vicino al traguardo; estraggo dallo zainetto la bandiera SMArathon e la sventoliamo passando insieme sotto l’arrivo; per un ex-tapascione e 3 belle gnocche “runners improbabili” chiudere in poco più di 5 ore è stato un grande successo che ci riempie di soddisfazione (e cercate di non sghignazzare troppo sotto i baffi voi runners duri&puri neh!).
Ho concluso la gara credo con un record difficilmente eguagliabile: una ventina di fotografi presenti sul percorso e per me “zeru foto”.
Poi mentre mi incammino verso la sede per mettermi addosso qualcosa di asciutto cominciano ad arrivare le prime telefonate e poi a casa le mail; sono i miei staffettisti incazzati neri per il caos da bolgia dantesca della riconsegna sacche; più tardi vedo il filmato girato dall’amico Mimmo e non mi capacito di come possa essere successo; ho lavorato due mesi per reclutare gli staffettisti e qualche “cervellone” ha pensato bene di rovinarmi la festa cannando in pieno un servizio cruciale come il deposito borse; si vede che la DJTen ha fatto scuola … E così l’anno prossimo almeno metà dei miei staffettisti mi manderà a cagare. FANCULO !!!
Un caloroso abbraccio a tutti,
Ettore “cui-bàll-girà” Compa

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net) SERVIZIO FOTOGRAFICO

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Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Aprile 2012 00:20)

 

La Via della Felicità alla Maratona di Milano

Maratona - Milano Marathon 2012

La Via della Felicità ha partecipato alla Maratona di Milano 2012 sostenuta da uno speciale team di sportivi, tra cui Simone Leo appena tornato dalla 100 km del Sahara e la milanese Simona Leone prima azzurra nella maratona di Parigi 2011, che insieme ad un gruppo di atleti, continueranno a correre divulgando questo messaggio di vita anche a New York, quando parteciperanno alla Maratona della Grande Mela il prossimo novembre. In quell'occasione si vedrà anche la partecipazione di campioni del calibro di Giorgio Calcaterra (Il 2 volte Campione del mondo della 100km) e Ciro di Palma (famoso ultra maratoneta e finisher della Spartathlon), ai quali si uniranno Gianluca Gigli e Didier Pellisier.

A questa Milano City Marathon, migliaia di spettatori hanno ricevuto in omaggio il noto libretto La Via della Felicità, scritto da L. Ron Hubbard per aiutare a fornire risposte pratiche al declino morale nell'intera società. Utilizzato in 171 nazioni in 96 lingue diverse, La via della Felicità contiene 21 precetti ed una guida di come applicarli ogni giorno per diventare più responsabili e poter raggiungere una vita migliore e più felice.

La Presidente dell'Associazione promotrice del progetto, Sig.ra Scylla Larocca, ha così commentato questo impegno:”Sono orgogliosissima del Team La Via della Felicità Italy, nonostante le avversità meteo erano tutti presenti ed hanno lavorato con grande dedizione e gioia per regalare un messaggio concreto per il raggiungimento di una vita migliore, che ha riscosso grande interesse tra le migliaia di passanti. Un sentito ringraziamento va a Silvio Omodeo per il suo fondamentale supporto, ed ai nostri maratoneti per la loro performance sportiva.”

Scylla Larocca e la sua speciale squadra di volontari, si sono uniti ai moltissimi altri che hanno caratterizzato questa Maratona 2012 all'insegna della solidarietà, per loro vera vincitrice della competizione meneghina.

Per maggiori informazioni e per richiedere La Via della Felicità:

www.laviadellafelicita.org o scrivere a: laviadellafelicita.italia@gmail.com

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Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Aprile 2012 00:21)

 

Milano - Milano City Marathon

Maratona - Milano Marathon 2012

Milano_Marathon_2012_collage_formigoni_foto_Roberto_MandelliDal sole e dal caldo di Milano 2011 alla pioggia e al freddo del 2012.

Queste le difficili condizioni affrontate dai partecipanti all’edizione 2012, quanti? sempre difficile distinguere tra iscritti e reali partenti per cui guardiamo un dato oggettivo, i classificati, i cosiddetti finisher. Sono 3982 quelli che si sono fatti 42195 metri da soli, 7892 quelli che hanno condiviso la fatica tra di loro, pari a 1973 staffette. Buon incremento dei maratoneti rispetto al 2011, per l’esattezza ( salvo successive correzioni) sono 581, pari al 17%.

Esauriti i numeri vi racconto come io ho vissuta la maratona e un po’ di quello che vedevo intorno.

Ne ha fatte di Milano Marathon, in tempi non proprio recenti, per cui in qualche modo è tutto piuttosto nuovo. La partenza da Rho Fiera è complessivamente agevole, anche se appena arrivato non ero della stessa idea; si arriva con metropolitana e treni dal lato est, si parte dal lato ovest, una paio di chilometri buoni e i tappeti rotanti non funzionano, avranno pensato che tanto siamo abituati a fare strada oppure al nostro riscaldamento? Che non è proprio la stessa cosa che intendiamo noi.

Mi pare tutto ben organizzato, anche gli indisciplinati ( come me) che non hanno usato la sacca apposita trovano pronta la soluzione, un camion a loro dedicato per le “sacche fuori misura”. Del resto quelli che dormono fuori e vengono direttamente dall’albergo come fanno a stivare tutto in una sacca che spesso è miniaturizzata? Anche se questa volta proprio piccola non è.

A nostra completa disposizione il parcheggio coperto per il riscaldamento (quello che intendiamo noi), un’ottima idea, visto che fuori continua a piovere e almeno restiamo asciutti fino a che è possibile.

Si entra ordinatamente nelle gabbie, il duo di speaker Gianni Mauri e Silvio Omodeo ci intrattiene ( e lo faranno anche all’arrivo) con la consueta bravura ed effervescenza. Come al solito le chiacchere nell’attesa sono tante; incrocio l’amico Antonio Cimafonte che cerca di rassicurarmi ( chissà perché) che oggi farà una gara giudiziosa e invece, come sempre, parte a tutta sperando di tenere fino in fondo. Purtroppo ( o per fortuna), anche questa volta, non gli riuscirà la (folle) tattica.

Veramente toccante il momento del ricordo di Pier Mario Morosini, giovane calciatore deceduto il 14 Aprile, affidato anche alle parole dello zio, Beppe Bergomi. Ora ci siamo , tutti pronti, musica a tutta palla, poi forse dovevano arrivare tre spari e il successivo colpo di cannone, invece ci arriva un bellissimo tre-due-uno dal Gianni Mauri, poco male, si parte. E’ sempre un gran momento, si sorride, si chiacchera, si sgomita, tranquilli ragazzi , tanto è lunga.

Non sono preparato per correre una maratona, o quantomeno per tirarla, per cui sin dall’inizio decido per un lungo di una trentina di 30 km, per poi finire defaticando. Insomma, cerco di prenderla comoda ( è sempre tutto molto relativo) e viverla anche per quello che si trova intorno alla gara in quanto tale, che di norma non vediamo perché sempre presi dal cronometro.

Fino al km 8 il percorso è un po’ anonimo, ma veloce, anche se tutta la pioggia che non accenna a diminuire appesantisce non poco la nostra azione. Dal 12° al 13° giriamo in zona San Siro, il primo momento che troviamo gente, anche perché qui si trova il primo cambio della staffetta. Tanta gente che applaude, una rarità a Milano, ma ci sono tanti gruppi sportivi, gente “del mestiere” che capisce ed apprezza la fatica di chi corre.

Il lungo passaggio in corso Sempione ci porta direttamente in zona centro Milano, nessun problema (almeno finora) di traffico, risse, discussioni….nel 2003 ero stato centrato in pieno volto da un pomodoro, pure acerbo, che male! Certamente la giornata di blocco aiuta tanto, però mi piace pensare che lentamente si cominci a trovare un equilibrio tra chi corre e chi…deve sopportarci.

Dal km 24 al 28 si fa un bel giro in centro città, Corso Venezia, Via Monte Napoleone,Via Manzoni, piazza del Duomo. I tratti di pavè ed i binari risultano talvolta nascosti da enormi pozzanghere, rendendo gli appoggi un po’ pericolosi, però è bello per una volta essere padroni di strade off limits per i podisti.

I ristori si susseguono ben forniti e organizzati, rifornimenti veloci e quasi sempre su doppia fila,personale sveglio che facilita le operazioni ma non c’è da stupirsi, appartengono ai vari gruppi sportivi podistici milanesi.

Si ripassa da Porta Venezia e ci si immette sulla circonvallazione interna, ci correremo sopra un po’ di chilometri. Raggiungo l’amico Stefano Asperti, eppure ho iniziato a rallentare, niente da fare , non mi batte neanche se vado piano.

Dopo Porta Ticinese mi imbatto nell’altra speaker, Rosanna Massari, pretende un’intervista al volo, è troppo simpatica , mi fermo e scambio due parole. Riparto e sento un poderoso …vai , Maurizio! è Andrea Giannini ( campione di salto con l'asta, 5.65 di personale), correrà non so con chi e quale frazione, ma correrà di certo. All'arrivo ho saputo che in effetti ha corso per 8 km con ......l'asta! a cui era appesa la bandiera dei bambini della Fondazione De Marchi.

Verso il km 34 vedo ….un angelo, Michelle Hunziker,che si avvicina alla zona cambio, correrà l’ultima staffetta. Secondo voi, si può forse non fermarsi a salutarla?

Continuo a non rilevare problemi particolari, dicasi intemperanze degli automobilisti ( sempre tanti, alla faccia del blocco) o dei passanti.

Scalo un'altra marcia, la scusa è quella di defaticare, in realtà si fa sentire parecchio la fatica, causa la mancanza di lunghi e allenamenti specifici. So che da qui a poco arriverà l’amico Cristiano Ruaro, alla ricerca del suo personale, magari faccio qualche km con lui, magari ha bisogno di aiuto, invece …..no! Mi raggiunge, scambio qualche parola, è inevitabilmente affaticato ma ben concentrato, sa che sta per compiere la sua impresa, lo vedo bene e allora perchè andargli dietro e fare ancora più fatica? Si arrangerà benissimo da solo, facendo il tempone.

Ci siamo, un lungo giro intorno all’Arena ci dice che ormai manca poco e se sei arrivato fin qui non molli nemmeno per sbaglio.

Dopo l'arrivo si recupera rapidamente la borsa e via subito a cambiarsi, i tendoni sono tanti, non ho trovato difficoltà. Finalmente roba asciutta addosso, non ha smesso un attimo di piovere.

Forse per i runners duri e puri non è un problema correre in queste condizioni, anche se inevitabilmente ne risentono i tempi, invece mi dispiace per quelli che corrono occasionalmente, tanti nelle staffette e magari anche per altri che, forse, avrebbero assistito più numerosi alla gara lungo le strade.

Archiviata la mia fatica mi butto nella mischia, cercando di raccogliere quante più opinioni e notizie possibili.

Comincio con Andrea Dovizioso, il nostro pilota italiano più forte, secondo lo standing moto GP 2012; Ciao, come è andata - Tutto bene, ho corso l’ultima frazione della staffetta. Corri abitualmente - Guarda, io faccio tutti gli sport che mi capita di fare, un po’ per necessità di forma, un po’ perchè mi piace; spazio senza problemi dal running, che pratico un paio di volte alla settimana, all’arrampicata. Qualche velleità di distanze più lunghe - Non credo , devo fare attenzione per la mia professione a non caricare troppo ginocchia e articolazioni. In bocca al lupo per il resto della stagione.

Incrocio per un attimo Andrea Trabuio, direttore della Milano Marathon, chiedo un parere al volo – nel complesso mi pare le cose stiano andando bene, qualche criticità per le staffette, in occasione del recupero borse, arrivando bagnati e raffreddati la riconsegna doveva essere più veloce. Ne abbiamo preso nota.

Affianco nei dintorni dell’arrivo Chiara Bisconti, assessora allo sport e al tempo libero al comune di Milano. Come andiamo – mi pare bene, andrà ancora meglio quando vedrò arrivare mio marito Enrico, si è preparato con puntiglio con altri colleghi. Per il resto – brutta giornata ma bella per la tanta gente che si vede correre, un entusiasmo incredibile – fa venire voglia di partecipare, magari l’anno prossimo – ma, chissà!. Intanto arriva Enrico.

Nel frattempo lo speaker annuncia il tempo stratosferico realizzato da Valeria Straneo alla maratona di Rotterdam: 2 h 23’ 44, nuovo record italiano! Ci vorrebbe un boato, ma forse non è ancora così nota alla massa, comunque gli applausi sono tantissimi, soprattutto degli addetti ai lavori. In questo momento mi trovo accanto a Marco Marchei, direttore di Runners World, inevitabile farsi le domande: e ora, come faranno a lasciarla a casa? Mi risponde con una battuta – sospetti, discussioni, ma chissà perchè quando andava piano nessuno le chiedeva perchè…andava piano. La registro e la condivido. In pieno.

Poi è la volta dell’angelo che mi era apparso al km 34, Michelle Hunziker, pare non abbia nemmeno corso, tanto è pimpante. Gettonatissima, difficile farle domande, scambio due battute con Harold , suo fratello, una montagna di quasi due metri , ha corso con lei.

Poi la mamma, Ineke, di origine olandese, veramente una bella donna, c’era da dubitarlo? Mi dice che Michelle è sportiva nell’anima e nel DNA, riesce bene in qualunque cosa faccia. Non solo nello sport , aggiungo io.

Ecco che arriva un’altra persona che ho immenso piacere di conoscere, Annalisa Minetti; qui parliamo di un’artista e di una atleta. Questa volta gioco di anticipo e mi trovo in prima fila, inizio a parlarle, ma ha molto freddo, raggiungiamo un fungo, se non lo abbraccia poco ci manca. Inizia lei, quasi spontaneamente - ho freddo, ma sono contenta, credo di aver corso bene, non era una giornata facile. Inevitabile domandare qualcosa su Londra – mi preparo, stiamo lavorando con il mio coach. Che si trova proprio al suo fianco, Andrea Giocondi , forte mezzofondista degli anni ’90 ( 1’44’78 sugli 800 e 3’38’90 sui 1500). Come ha corso oggi Annalisa – bene, tenendo conto delle difficili condizioni atmosferiche e del fondo stradale, con pavè e rotaie diventa complicato, ma lei è brava…su questa frase nasce un mini siparietto tra i due, cerco di provocare…è bravo lui? È brava lei? Come vanno le cose in gara ma anche negli allenamenti più intensi? mi risponde Annalisa – quando faccio fatica gliene dico di tutti colori, è un muro di gomma, ma anche lui non scherza! Battute a parte, Andrea, qual è la cosa più difficile con Annalisa- non farle sentire che ci sei, se non in caso di bisogno- ci metto qualche attimo a capire, poi ci arrivo. E ora – Ora dobbiamo darci dentro, confermare/migliorare il 5’ netto sui 1500, perchè quella sarà la sua distanza. Andremo a fare un 1000 mt il 25 Aprile a Roma, poi i campionati italiani il 12 Maggio e poi se saremo bravi…..sarà Londra. Un grandissimo in bocca al lupo.

Bene, mi può bastare, ora voglio parlare con i tanti “normal runner”che hanno corso, sofferto, spero anche gioito per le loro prestazioni. Sono la massa che rende possibili queste gare, mi metto in mezzo e parlo con tutti quelli che mi capita.

Roberto , di Rivolta d’Adda, prima maratona, in 3 ore e 15’ (!!) e altre due nella tenda del Pronto Soccorso, completamente disidratato. Ne abbiamo parlato, la prossima volta saprà sicuramente cosa fare.

Roberto Matteucci, dopo tanti tentativi di abbattere il muro delle tre ore e trenta finalmente ce l’ha fatta, 2 h 27’ 45, complimenti!

Arrivano le varie staffette Onlus, sono uno spettacolo, cartelloni, palloncini, cori…mi viene la pelle d’oca e non credo sia per il freddo.

Enrico, di Lodi, ultima frazione della staffetta, gioca a calcio abitualmente, ma questo è uno sforzo diverso, solo apparentemente meno impegnativo.

Gianfranco Gallotti, presidentissimo dell'Ortica Team, si porta a casa quest'altra maratona.Passano gli anni ma continua a reggere bene appena sopra i 5'/km; ai neofiti, agli inesperti, a quelli a cui non riesce bene io dico...guardate i suoi dati di gara e capirete subito come correrla, oppure chiedetegli direttamente come si fa.

A tutti chiedo come è andata, freddo e pioggia a parte le opinioni sono generalmente positive, qualche problema per le staffette, una paio lamentano di aver dovuto consegnare le sacche troppo in anticipo rispetto alla loro partenza.

Arrivano in tanti, insieme, diventa difficile registrare nome o provenienza, poi conosco bene sia la gioia che la fatica all’arrivo, devo aspettare qualche minuto, anche se quei momenti sono i più emozionanti. C’è chi dedica la “vittoria” ad una persona scomparsa, se vogliamo è un classico. Un tipo mi dice che ha mollato il bar di cui era abituale frequentatore, e “pesante” cliente, per scommessa con gli amici, ha perso 8 chili, chissà se ora ci tornerà.

Poi, ovviamente, i tanti habituè della maratona, chi ha mancato il tempo e incolpa la giornata, chi lo ha fatto ma qui si sprecano i tanti…potevo fare meglio se…

Bene, metto in archivio anche questa maratona, corsa e vissuta diversamente dalle altre. Io, personalmente e da podista, promuovo questa manifestazione nel suo complesso, perché diverse criticità degli anni passati sono state risolte e poi per la (bella) sensazione che le cose cominciano a cambiare.

Ne dovrà passare di acqua sotto i ponti ( ops , dopo la giornata di ieri, non è il caso) però sono fiducioso. Semmai il problema vero è in che direzione orientare gli sforzi, quali scelte fare in relazione agli obiettivi: maratona oppure tanta gente che corre, non è la stessa cosa, non è facile fare bene entrambe le cose, nel momento in cui si vuole una maratona con numeri e livelli autenticamente internazionali.

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net) SERVIZIO FOTOGRAFICO

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Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Aprile 2012 00:21)

 

La Milano silente, il pacer scarso e il lieto fine.

Maratona - Milano Marathon 2012

Milano_Marathon_2012_arrivo_con_fontana_foto_Roberto_MandelliIeri ho corso per la dodicesima volta la Maratona di Milano (ho partecipato a tutte le edizioni) e per la quinta volta consecutiva l’ho fatta come pace-maker, quest’anno delle 4 ore.
Al di là della pioggia fine e insistente che ci ha accolto a Rho, ci ha accompagnato per tutto il percorso e per tutte le 4 ore di gara e ci ha alfine abbracciato all’arrivo in Piazza Castello, mi sembra che sia stata una bella giornata di sport e di emozione.
Ciò che mi ha colpito di più è stato il silenzio……una Milano silente, dai suoni quasi assenti, strana ed inaspettata. L’idea del Sindaco Pisapia (al di là delle opinioni politiche di ciascuno) è stata vincente, bravo Giuliano; ci hai regalato una città tranquilla (complice anche la pioggerella fine e insistente che non invogliava di certo i milanesi non runners a “mettere il naso” fuori di casa). Nessuna auto agli incroci, nessun automobilista esagitato, abbiamo corso in piena serenità.
Doveroso citare i volontari dei ristori, persone che ci hanno fatto trovare sempre tavoli ben riforniti (le banane dal 5° Km. Non le avevo ancora viste, ma sono state molto gradite). La macchina organizzativa è ormai rodata e funziona, come gli anni scorsi, in maniera egregia.
Il percorso ricalca in massima parte quello ormai collaudato e a mio parere bello, un po’ di zig-zag in centro, ma ci sta, il passaggio in Duomo, in Corso Venezia, sui viali dei Bastioni sono il “plus” di questa corsa.
Noi pacers delle 4 ore siamo in tre, Luca (270 maratone alle spalle), Alessio (alla prima esperienza come pacer) ed io. Il bello di essere pace-maker è che non fai la “tua” gara, fai la gara degli altri e per gli altri, se hai nella testa questa convinzione, è la cosa più bella della corsa. Accompagnare degli amici lungo un percorso, chiacchierare con loro, distrarli dalla fatica, incoraggiarli.
E credo che il nostro terzetto ieri abbia raggiunto lo scopo prefissato, anche se non avevamo mai corso assieme e Alessio era alla prima esperienza, ci siamo capiti al volo con un’occhiata, avevamo dentro due condizioni essenziali : essere runners e sapere che il nostro compito era portare quanta più gente possibile al traguardo delle 4 ore.
Si è creata immediatamente un’intesa che ci ha agevolato non poco.
Sotto la pioggia (non ha smesso un minuto) siamo partiti da Rho con Luca a fare l’andatura, grande sicurezza e passo regolare, un metronomo.
Via, via sfilano i km, incoraggiamo il nutrito drappello che ci attornia anche quando al 10° Km. siamo investiti da un vento freddo che ci butta in faccia la pioggia battente. Forza ragazzi!!!! Luca e Alessio si danno un gran da fare, sono veramente dei punti di riferimento per la nostra pattuglia e anch’io cerco di essere, se non pari, almeno di aiuto.
Entriamo in città, ecco, in un attimo siamo in Viale Caprilli, col primo cambio delle staffette, è bello vedere come gli staffettisti si meravigliano a vedere questo gruppone (saremo almeno 40) che avanza compatto col sorriso sulle labbra.
Dopo la mezza (1.59 e spiccioli, siamo in media perfetta, grazie a Luca) entriamo in Corso Venezia, il percorso ci porta in centro, una vera e propria passerella con Via Montenapoleone, la Scala, Corso Vittorio Emanuele, Piazza del Duomo Piazza Fontana.
Ma quanto è bella Milano? E quanto è ancora più bella con questo silenzio? Sembra che la pioggia evidenzi ancor più l’assenza di rumori, niente auto, niente clacson, quasi non credo di correre a Milano, nella mia Milano, non sono abituato a tanto silenzio.
Ma l’imprevisto è in agguato, in Via Manzoni al 25° Km un improvviso ma forte dolore all’anca mi raggela la corsa, mi viene voglia di zoppicare, tanto mi è difficile correre, cerco di gestire il dolore, ma appoggio male la destra, tendo a claudicare e vado in debito di ossigeno.
Che podista brocco che sei, Marce, e ancor più che pacer scarso!
Faccio una fatica del diavolo a stare in gruppo, non parlo più, non sono più davanti al gruppo, al fianco di Luca, non sono più di esempio e di incitazione per i ragazzi del plotone, per fortuna sopperiscono egregiamente Luca e Alessio, che sembrano due motorini, il loro passo è una danza sulla pioggia che ci intride.
Tengo duro, all’uscita da Corso Venezia (28°) mia moglie (c’è sempre, anche con la pioggia lei è presente, è la costante e la stella polare della mia vita) mi vede sofferente, ma mi incita comunque. Grazie, riesco così a tirare ancora per qualche kilometro, tengo duro fino al ristoro del 35°, lì quello scarsone di podista (e ancor più di pacer) che sono perde il contatto col gruppetto e con gli altri due.
Sono arrabbiato, con me stesso, resto indietro di 50-60-80 metri rispetto al gruppo, ora sono solo, sono rimasto solo con me stesso. Tra Pagano e Via Giotto buco il palloncino e mi tolgo ogni elemento che mi identifichi come pace-maker, il gruppo delle 4 ore è là davanti a me e io ne sono fuori, che rabbia! Ma il brocco non molla, tiene duro, il dolore si attenua, riesco a “forzare” il passo e comincio una lunghissima, lentissima, ma progressiva rimonta. Avevo 150 metri di distanza, non ho ancora ceduto. Tra il 38°e il 39° do tutto quello che ho, lo scarso ha ancora qualcosa da dire e da dare, il brocco ha voglia di ritornare ad essere punto di riferimento e di aiuto e comincio a recuperare metri. Nel silenzio della città, con questa pioggerella fine ora i metri di distacco si assottigliano, sono 75,40,20; vai, fai andare ‘ste gambe, Pacer, respira bene, su la testa! Hai un compito, portalo a termine a dovere! Con un ultimo sforzo all’ingresso del rettilineo di Corso Sempione (km. 39) mi ricongiungo con i miei due compagni di strada e col gruppo delle 4 ore; Alessio è raggiante, Luca mi rivolge parole di apprezzamento.
Ora è solo gioia e basta, la pioggia “ci fa un baffo”. I due km. che mancano all’arrivo sono per noi tre solo commozione, esultanza, incitamenti, grida, sorrisi, applausi, abbracci, groppo alla gola. Siamo rimasti in pochi, dopo il 40° il nostro gruppo è volato via verso il traguardo, noi manteniamo il passo per rispettare quel “4 ore” che abbiamo sulle canottiere.
E infatti, tagliamo il traguardo in 4.00.04; grandi!
Grazie. Grazie a tutti i ragazzi che hanno creduto in noi, che ci hanno seguito fedelmente ascoltando i nostri consigli ed incitamenti, grazie ai mie due immensi compagni di strada, Luca e Alessio, se non ci fossero stati loro, al 35° quando ero in grave crisi avrei “mollato”; la loro presenza, la loro spinta emotiva mi hanno dato la forza e la determinazione di “rimontare” lo svantaggio e raggiungerli, in tre siamo partiti ed in tre dobbiamo arrivare!
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa giornata una splendida pagina di sport, di educazione, di fair play, di silenzio. Grazie a mia moglie, grazie a Marco, mio paziente compagno di corsa nei lunghi allenamenti domenicali all’Idroscalo, all’esordio in maratona e che è rimasto sempre appiccicato al gruppo, bravissimo. Grazie a Consuelo, che all’arrivo mi ha omaggiato di una graditissima e per me immeritata bottiglia di Prosecco.
Grazie ancora, e di cuore, a due Cavalieri della Maratona, a due persone che si sono date da fare per 4 ore consecutive per aiutare, incoraggiare, correre, con grande modestia e rispetto.
Grazie Luca, grazie Alessio, spero di incontrarvi presto di nuovo.

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net) SERVIZIO FOTOGRAFICO

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Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Aprile 2012 00:22)

 
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