Ho partecipato domenica alla Venice marathon, una corsa che regala sempre tante emozioni, anche in una giornata che dal punto di vista climatico non sarebbe potuta risultare peggiore.
Vorrei rimarcare come proprio il maltempo ha reso fondamentale la presenza dei Pacer (le "lepri"), messi a disposizione dall'organizzazione, atleti di cui in genere poco si parla, ma la cui presenza può risultare di grande aiuto per i runners.
La giornata è stata caratterizzata da freddo, pioggia ma soprattutto da tanto, tantissimo vento, sempre contrario perché in una corsa in linea può capitare anche questo.
Poiché i miei tempi nelle giornate migliori sono compresi fra le 3h15 e le 3h20, ho ritenuto saggio accodarmi ai due Pacers con i palloncini bianchi, obiettivo 3h20min.
Si è così formato un gruppone molto numeroso, in cui un po' si sgomitava per mantenere le posizioni più coperte, con i due pacers sempre davanti a tutti. Sembravamo un po' un gruppo di ciclisti al Tour de France, con due gregari davanti e tutti gli altri a ruota.
Sul Ponte della Libertà poi, quando le raffiche di vento superavano i 300 km/h (forse non erano proprio 300, ma il vento era veramente molto forte), abbiamo superato una moltitudine di runners sfiniti, che arrancavano in disperata solitudine controvento, alcuni quasi al passo...
Personalmente devo ringraziare questi due pacers che mi hanno consentito di finire in un tempo di poco superiore alle mie migliori prestazioni, senza di loro sarei naufragato anch'io sul Ponte della Libertà e chissà quando mai sarei arrivato.
Quanto all'organizzazione in generale, nonostante le mille difficoltà, la macchina organizzativa ha funzionato a pieno regime e l'assistenza prima, durante e dopo la gara è stata impeccabile.
Al via la 27^ edizione della Venice Marathon. Al ritiro del pettorale, giovedì all'apertura dell'expo alle ore 15,00, già si intuiva il maggior numero di iscritti, ben 1000 in più rispetto all'edizione precedente.
Numerosi poi gli eventi collaterali sino alla gara di domenica, in primo l'iniziativa per la realizzazione di pozzi e fonti d'acqua in Uganda e il progetto Bimbingamba per fornire di protesi i bambini ammalati o vittime di guerra che hanno perso uno o più arti.
Domenica a Strà ci accompagna Gigi, comodamente in auto e dopo un caffè e gli auguri di rito ci avviciniamo alla zona di partenza. Con l'arrivo dei bus la strada è un fiume multicolore di persone, tutte allegre e pronte all'ennesima, meravigliosa avventura. E sarà proprio un'avventura!
Nonostante sia ancora presto, in tenda non c'è uno spazietto libero per cambiarci, così optiamo per un angolo tra due auto, riparato dal vento. E sarà proprio il vento, anzi, la bora, la protagonista che ci accompagnerà sino a Venezia. A volte il cielo lascia spazio a qualche raggio di sole, ma sarà solo una momentanea illusione. Non c'è dubbio quindi sull'abbigliamento, coperti, ma non troppo e un antivento da tenere almeno nei primi chilometri. Finite le procedure di preparazione ci sia avvia alla griglia, per me e Renzo la numero 3. Inizia anche a piovere (e sarà così per quasi tutta la corsa), e dal lato opposto della strada, da una palazzina escono le gazzelle nere, i top runner vestiti di canotta e calzoncini, con solo un telo termico sulle spalle. Attraverseranno il canale a mezzo di un barchino. E' talmente distante lo speaker che mi accorgo del via solo dai movimenti, i primi passi mossi da coloro che mi precedono.
Siamo veramente tanti, oltre 8000, duemila dei quali stranieri, bardati nelle fogge più curiose.
In aria e oltre il guard-rail volano sacchetti di nylon, cappelli, maglie, parti di tute, prontamente raccolte da volontari e da qualcuno bisognoso.
Nei primi km siamo molto intruppati e intravedo anche i pacer verdi delle 3h50', anche se ho qualche minuto di ritardo sullo start. Il vento è sempre fortissimo, lascia un po' di "respiro" solo quando corriamo riparati dagli edifici e tra gli alberi. Ai primi due ristori mi faccio passare una bottiglietta d'acqua dal vicino di corsa, solo qualche sorso, è tutto ghiacciato. Date le condizioni meteo, scarso è il pubblico, ma comunque sempre molto caloroso, applausi e incoraggiamenti anche dalle finestre di casa. Anche le band musicali, al riparo sotto le tende di qualche locale, ci supportano con le loro note assordanti. A malincuore tolgo a Mestre il telo antivento, penso sia più di intralcio che di riparo. Corro ancora bene e al Parco S.Giuliano, al 32° km sono ancora in linea con i miei tempi: 2h43'. Ma la continua pioggia, qualche pozzanghera e sia scarpe che i calzini sono inzuppati, tanto che con il freddo i piedi sono quasi anestetizzati. E' veramente una brutta sensazione non percepire più lo scandire dei passi a terra, ma sarà ancora peggio sul Ponte della Libertà. E' pur sempre un tratto particolarmente impegnativo sia fisicamente che mentalmente, oggi lo è ancor di più. Se la bora non soffia davanti, soffia a lato, e la pioggia batte sul viso pungente come aghi (o sarà anche nevischio?). All'avvicinarsi del ristoro, al 35° km è tutto un vortice di bottigliette e di bicchieri (finiranno anche in laguna?). Non mi fermerò più a nessun ristoro (solo tre stop in tutta la maratona) e finalmente, dopo il ponte al Tronchetto, si scende in dogana. Sui ponti si corre in fila indiana e arrivano anche i pacer delle 4 ore.
Ho perso moltissimo sul Ponte della Libertà! Poi, al ponte delle barche da punta dogana a S. Marco, una raffica di vento mi fa sbandare su un altro atleta, traballante e stanco come me. Si và dritti a Riva degli Schiavoni, data l'acqua alta è stato annullato il passaggio a Piazza S.Marco, gli ultimi ponti e poi... si chiude, con un po' di delusione, in 3h59'. Mi cambio subito in tenda, non senza difficoltà e penso alla mia gara, mi confronto con altre ragazze e mi rassicuro un po', non avrei potuto far di più.
Con un the bollente e le mani ancora tremanti, ritrovo il sorriso di Renzo, felice e soddisfatto, per la tenacia della sua corsa, stimolata dalla pioggia e dal freddo, chiusa in 3h35'. Bravo!
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Cassandra ha imperversato sulla 27^ Maratona di Venezia trasformandola in un'edizione a dir poco epica.
8000 gli iscritti alla manifestazione veneta e record di presenze per quella che è una maratona dal fascino indiscutibile.
Ma inizio dai preamboli (con il rischio di essere fastidioso e scontato) per esprimere un certo disagio nell'aver toccato con mano l'inconsistenza (praticamente assoluta) del pacco gara: bella la maglietta, buoni i 2 (due) biscottini e taumaturgica la colorata cremina, ma, il resto? Tutto qua? Forse nel valutare il pacco gara occorreva far di necessità virtù e fingere che fossero veri i pasticcini ritratti in uno dei tanti (troppi) depliant? Imbarazzante (...si, si,..le spese, la gestione, la crisi,.... Allora se c'è crisi l'anno prossimo iscrizione a 30 euro o niente Venicemarathon).
Ma sono discorsi da cui non andremo mai fuori per cui...... punto e a capo.
Partenza puntuale alle 9.20 e puntuale incontro la con pioggia via via più fredda e a tratti più intensa.
Ma soprattutto, tremendo, impatto frontale della moltitudine di podisti con una Bora più fredda ed impetuosa man a mano che ci si avvicinava alla laguna: la descrizione non può rendere l'idea dello scenario quasi surreale calato su una manifestazione podistica che mai nelle precedenti 26 edizioni aveva conosciuto un simile (pesante) condizionamento da parte del clima.
Causa l'innalzamento del livello del mare (l'80% del centro storico di Venezia sommerso da alcune spanne d'acqua) il tracciato di gara è stato modificato (la cosiddetta variante B omologata IAAF) e il transito su molti ponti e a Piazza San Marco non è risultato possibile.
Nonostante questi "disguidi" (peraltro non inducibile a cause organizzative se non alle bizze di Cassandra), il percorso è risultato splendido e spettacolare, vorrei dire anche scorrevole, ma sarebbe una blasfemia ripensando all'arrancare impossibile (causa Bora a non so quanti km/h) di tutti i podisti che hanno percorso il celeberrimo Ponte della Libertà (32 – 37 km): ho vissuto e visto scene appartenenti ad un altro tempo e ad altre latitudini, quasi leggendarie, bellissime.
Mi ha commosso (ri)vedere il solito "uomo-campione-mito" Alex Zanardi aiutare e trascinare con la propria handbike quella del compagno di corsa che era incappata in un problema meccanico: occorre aggiungere altro?
Anche su questo lembo di terra veneta ho visto tanti splendidi volontari darsi da fare, le forze dell'ordine presenti e puntuali e la serie dei ristori ben funzionante (almeno questo è quello che ho visto di striscio io).
Forse da aggiustare alcune cosine (qualche corsa in più dei vaporetti nei momenti di punta degli arrivi, l'equità costo iscrizione – qualità globale dei servizi forniti), ma in ogni caso la Venicemarathon (o Maratona di Venezia) rimane come al solito un punto fermo delle maratone di casa nostra.
Alla prossima.
Tre uomini keniani, tre donne etiopi e due italiani al quarto posto. Oggi è andata così, in estrema sintesi, la XXVII VeniceMarathon disputatsi in una domenica mattina segnata dal maltempo, con pioggia e vento per tutta la gara e l'acqua alta in Piazza San Marco. A tagliare per primo il traguardo in Riva Sette Martiri è stato il keniano Philemon K. Kisang (2h17:00) davanti ai connazionali Titus K. Masai (2h18:21) ed Elija Karanja (2h19:41). L'etiope Emebt E. Bedada è stata, invece, la leader indiscussa della prova femminile (2h38:11) staccando nettamente altre due atlete del suo Paese, Halima H. Beriso (2h48:31) e Fantu E. Jimma (2h50:48). Due azzurri ai piedi del podio a Venezia: il pugliese, campione italiano di 10km, Domenico Ricatti (Aeronautica/2h19:43) e l'ultramaratoneta trentina Monica Carlin (GS Valsugana Trentino/2h54:13). Nella gara di handbike la vittoria è andata a Robert Kauffmann (GS Disabili Alto Adige) con il tempo di 1h47’06”, davanti a Cristiano Picco (1h54’28”) e Gianni Garbin (1h56”08”). L'evento, insignito del prestigioso IAAF Road Race Silver Label, ha visto al via la cifra record di 8000 runners, mentre sono stati 12.000 i partenti delle Family Run, le due corse non competitive che si sono svolte, sabato mattina, a Mestre e Dolo.
Ordine di arrivo
UOMINI: 1. Philemon K. Kisang (Kenya) 2h17:00, 2. Titus K. Masai (Kenya) 2h18:21, 3. Elija Karanja (Kenya) 2h19:41, 4.Domenico Ricatti (Aeronautica) 2h19:43, 5. Habtamu F. Awash (Etiopia) 2h21:00, 6. Patrick K. Korir (Kenya) 2h24:58, 7. Said Boudalia (Biotekna Marcon) 2h27:50, 8. Dario Rognoni (Atl. Da Paura) 2h30:30, 9. Giancarlo Simion (Silca Ultralite Vittorio Veneto) 2h30:46, 10. Robert Ndiwa (Kenya) 2h30:48
DONNE: 1. Emebt E. Bedada (Etiopia) 2h38:11, 2. Halima H. Beriso (Etiopia) 2h48:31, 3. Fantu E. Jimma (Etiopia) 2h50:48, 4. Monica Carlin (GS Valsugana Trentino) 2h54:13, 5. Marzia Cunico (GS Alpini Vicenza) 2h56:57, 6. Noemy Gizzi (Atl. 85 Faenza) 3h01:08, 7. Ambra Vecchiato (Atl. Audace Noale) 3h01:15, 8. Pamela Markley (USA) 3h02:38, 9. Francesca Patuelli (GS Gabbi) 3h03:12, 10. Cristina Florentin Stanciu (Romania) 3h07:56
Ultimo aggiornamento (Domenica 28 Ottobre 2012 18:29)
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