Sabato 27 ottobre 2012, presso il Centro di Avviamento al Ciclismo "Giannetto Cimurri" di Reggio Emilia, si è riunita alle ore 09.05 in seconda convocazione l'Assemblea dei Soci della Associazione sportiva dilettantistica I.U.T.A. (la prima convocazione delle ore 07.30 del 27 ottobre 2012 non aveva avuto la partecipazione minima necessaria).
L'Assemblea dei Soci, dopo aver ascoltato la relazione morale del Presidente uscente sul quadriennio trascorso, ha nominato Presidente di Assemblea Mario Ardemagni e Segretario di Assemblea Stefano Scevaroli.
L'Assemblea dei Soci IUTA ha quindi eletto per acclamazione il Presidente dell'Associazione in carica per il prossimo quadriennio 2013/2016, con efficacia immediata, nella persona di Gregorio Antonio Zucchinali.
Successivamente, accogliendo per acclamazione la proposta del Consiglio Direttivo uscente di fissare il numero dei membri del nuovo Consiglio Direttivo in carica per il prossimo quadriennio 2013/2016 a 19 unità, l'Assemblea dei Soci ha provveduto quindi ad eleggere per acclamazione il Consiglio Direttivo con efficacia immediata nelle persone di Beretta Roberto, Borella Santo, Intini Vito, Malacari Giovanbattista, Marchi Federico, Massaro Angelo, Migneco Giovanni, Montagner Stefano, Orsi Sergio, Quintieri Denise, Ranciaffi Franco, Scevaroli Stefano, Stella Luigi, Sterpin Claudio, Tallarita Antonio, Valdo Sara, Valenti Paolo, Vedilei Enrico, Zucchinali Gregorio Antonio.
Il presidente eletto ha subito comunicato che è sua intenzione indire la prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo al più presto possibile entro 15 giorni circa.
Ultimo aggiornamento (Venerdì 16 Novembre 2012 21:38)
La CormorUltra, per chi non lo sapesse, è una gara di 68 chilometri (circa) che parte dalla cittadina friulana di Buja, ai piedi dei primi rilievi montuosi della regione, e arriva a Marano, sulla costa adriatica, seguendo il corso del torrente Cormor lungo sterrati e strade poco frequentate.
Quest'anno si è svolta la sesta edizione, e in occasione delle cinque precedenti ho sempre detto: "Aaah, mi piacerebbe correrla!". Solo che ero sempre impegnato nel Trofeo Trieste, puntualmente concomitante, e più recentemente mi trovavo Oltremanica - o Oltreoceano, a seconda dell'anno.
Il 2012 è stato quindi l'anno giusto, e con due compagni d'eccezione: i miei inarrestabili genitori, che non contenti di spadroneggiare nelle rispettive categorie delle gare di corsa (e triathlon, nel caso di mio papà), hanno deciso di inserire anche un'ultra in calendario. Per mia mamma, un esordio assoluto su distanze così lunghe.
Quindi... ore 8, downtown Buja, let's go! Una settantina di runners di ogni età (ma solo 6 donne!) si lanciano lungo la bellissima "Ippovia" che costeggia il fiume per chilometri e chilometri, ognuno al suo ritmo, con i primi che "pestano" a 4min/km fin da subito. Io me la prendo con calma, l'obbiettivo è arrivare in fondo senza soffrire troppo. Il fatto che il mio allenamento specifico consista.... nella maratona di Stoccolma che ho corso quest'estate, mi induce ulteriormente alla prudenza.
Comunque i posti sono splendidi, c'è il sole, non fa troppo freddo, cosa posso chiedere di più, mi assesto su un tranquillo 4'40" al km e mi godo la giornata. Dopo una ventina di km raggiungo il Parco del Cormor, con le solite decine di runners udinesi che osservano, tra curiosità e rispetto, l'incedere degli Ultramaratoneti. Poi, un tratto abbastanza noioso, su asfalto, lontano dal nostro amico Cormor, ma ci riavviciniamo ben presto a lui, e in breve eccoci a Zugliano, punto di metà percorso e start della gara dei tapasc...ehm, dei non competitivi. Mi abbuffo di frutta secca, come faccio ad ognuno dei (fornitissimi) ristori, e estraggo dal mio zaino un oggetto che normalmente è severamente bandito da qualsiasi corsa che faccia: il lettore mp3.
Quando mi alleno, amo ascoltare il mio respiro, il rumore dei miei passi sul terreno, i suoni dello spicchio di mondo che sto attraversando con potenti falcate. In gara, invece, sono troppo concentrato a "menare" per perdere tempo con la musica. Solo che qui mi si prospettano un bel po' di ore, a passo misurato per di più, e anche il paesaggio dopo un po' potrebbe non bastare per evitare di annoiarmi a morte.
Riparto quindi verso sud, e mi viene in mente che con ogni probabilità gli sterrati di Pozzuolo non hanno mai visto prima d'ora un podista che corre sulle note di Don Omar o Gucci Mane!
Con questi pensieri da pioniere raggiungo il 40° km e anche... il terzo e il quarto runner. Mi metto in scia per un po' (da quando faccio triathlon mi metto in scia anche al supermercato!) e un paio di km dopo, al 42° km, il mio cronometro segna 3 ore e 12 minuti. So che non può durare, ma per il momento tutto bene a livello di gambe, fiato, sforzo percepito... una pacchia.
L'mp3, poi, mi fa vivere più realtà contemporaneamente: sto correndo da Buja a Marano, ma sono anche in una Mustang lungo Ocean Drive a Miami, e sto baciando l'Amore della mia vita Johanette su una spiaggia di Isla Verde, Puerto Rico.
Nonostante l'estasi, noto sul GPS che il ritmo comincia a calare, sono sui 4'50 al km adesso.
Vero che la mente è estremamente importante nelle corse di lunga lena, ma la mancanza di preparazione specifica inevitabilmente si paga - nel mio caso specifico - al 55° km. Alzando gli occhi per ammirare lo splendido cielo azzurro, noto uno sciame di moscerini, guardo a destra, e c'è anche lì. Sinistra, idem. Deduco che di moscerini non si tratta, ma di un segnale neanche troppo sottile del mio corpo per indurmi a mangiare finalmente quella barretta che mi sto portando in tasca da quasi 5 ore! Stringo i denti, cerco di non ascoltare i muscoli delle gambe che si sono improvvisamente indispettiti nei miei confronti e perfino cammino per qualche secondo, perdendo un paio di posizioni, la cosa mi irrita fino a un certo punto, sono ancora nella top 10 e comunque a livello assoluto i premiati sono solo 5 (e imprendibili ormai). D'altro canto, osservo con fare innocente le facce di chi mi supera cercando di indovinarne l'età. E' vero che sono partito con l'unico obbiettivo di tagliare il traguardo, ma a questo punto il primo posto di categoria è fattibile e non ho intenzione di lasciarlo andare troppo facilmente. Rettilinei infiniti si succedono a... rettilinei infiniti, ma finalmente raggiungo gli ultimi 2 km, in asfalto. Lì aumento nuovamente la velocità, che a questo punto languiva attorno ai 5'10 al km, e spengo la musica, non mi serve più. Entro raggiante a Marano e dopo 68 km, 5 ore e 47 minuti, e 4663Kcal bruciate (ci tiene a far sapere il mio orologio), taglio il traguardo in ottava posizione assoluta.
Il seguito è quello che succede più o meno sempre dopo le gare lunghe, si zoppica fino alle docce, si squittisce sotto un doverosissimo massaggio, ci si trascina fino al pasta party. Il tutto sorridendo felici, ovviamente.
Dopo un po' torno alla finish line, per aspettare i miei IronParents: papà Brunello finisce con un tempo superiore alla sua precedente partecipazione a questa gara, ma sorridente. E mamma Eliana? Che non riusciva a dormire alla vigilia della gara, che temeva il suo primo ritiro da una competizione, che non aveva mai corso queste distanze mostruose? Sfreccia sotto l'arco gonfiabile ben prima del tempo massimo, a coronare una splendida giornata!
In realtà, la ciliegina sulla torta è la premiazione, con il primo posto di categoria mio e di Ely, e il terzo di Brun.
Ultimo aggiornamento (Venerdì 16 Novembre 2012 21:38)
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Molti staranno pensando cosa hanno in comune queste 2 manifestazioni, per me molto e cercherò di descrivere la mia opinione, magari condivisibile da altri.
Spartathlon
Eravamo abituati bene, e sì, Ivan Cudin ci aveva abituati bene vincendo le ultime 2 edizioni della Spartathlon, una delle gare più famose e dure del mondo.
Tutti aspettavamo il tris, ma un infortunio ha frenato il grande Ivan che non ha potuto partecipare, quindi dobbiamo aspettare un altro anno per il tris, perché il tris Ivan c’è lo regalerà di sicuro.
In mancanza di Ivan non c’era un vero protagonista e, alla fine, dal cilindro è uscito fuori un tedesco quasi sconosciuto che lo scorso anno era arrivato 8° (insieme a Thalmann e Leu), impiegando 27 ore, 40 minuti e 30 secondi (4 ore e 43 minuti dietro Ivan).
Stefan Stu Thoms, vincitore con 26.28.19 e un miglioramento di 1 ora e 12 minuti. Ma da dove sbuca Thoms?
Fino allo scorso anno aveva questi personali:
100km in 8.29.40;
12 ore 117,560km;
24 ore 220,211km.
In Italia con queste caratteristiche attualmente abbiamo almeno 10 atleti.
Quest’anno Thoms ha sicuramente cambiato qualcosa nei suoi allenamenti e i risultati ottenuti in preparazione della Spartathlon gli hanno dato fiducia in sé stesso, infatti a fine marzo ha corso una tranquilla 100km in 9.14.49, poi a inizio giugno ha corso una 24 ore totalizzando 211,310km e infine a metà luglio un’altra 24 ore dove ha trovato il personale con 230,233km. Poi non ha gareggiato più e ad Atene ha sfoderato tutta la sua forma fisica.
24 ore di Grenoble
Federico Borlenghi e Laura Ravani si sono presentati al via di questa manifestazione, tutti e due all’esordio in questa specialità, ma consapevoli di aver seguito un programma d’allenamento e alimentare adeguato alle proprie caratteristiche fisiologiche e formulato in base alle loro abitudini di vita, e con obiettivi programmati.
Entrambi hanno centrato gli obiettivi, infatti, Federico ha vinto la gara assoluta con 228,520km, mentre Laura si è piazzata 2^ donna (dietro Maria Ilaria Fossati, anche lei al personale con 203,310km) con 196,280km.
Cosa hanno avuto di particolare questi due atleti da poter raggiungere risultati di livello assoluto? Prima di tutto ricordiamo i loro personali prima del 2012.
Federico aveva i seguenti personali:
50km in 3.58.06;
100km in 8.42.02;
12 ore 118,409 (indoor).
Laura corre la sua prima maratona lo scorso novembre a Firenze chiudendo in 4 ore e 3 minuti. Praticamente erano degli atleti normali e nella media dello standard italiano.
Ma non è molto corretto tutto ciò perché, come Thoms, anche loro hanno cambiato preparazione affidandosi alle mani esperti dell’UWT (Utramarathon Working Team) degli atleti/tecnici Enrico Vedilei e Andrea Accorsi. Questo team è riuscito a far emergere le doti migliori di entrambi, li ha resi competitivi e consapevoli delle proprie caratteristiche tecniche/fisiche/mentali, questo unito alla loro determinazione e ad un piano alimentare calibrato, è stato un mix vincente.
Questi sono i risultati ottenuti quest’anno da entrambi:
Federico ad aprile migliora il personale nella 100km con 8.15.46 e a maggio arriva 3° alla Nove Colli Running con il crono di 22.24.30.
A metà luglio vince la dura 100km di Asolo con 9.11.00, a inizio settembre arriva 2° alla 6 ore di Angizia con 79,256km (anche questo è primato personale), due settimane prima della 24 ore, in fase di test vince il titolo italiano IUTA della 6 ore in pista con 71,399.
Laura comincia a seguire i consigli del Team a inizio maggio e a fine giugno esordisce in un’ultra terminando la Pistoia-Abetone in 5.41.05.
A fine luglio arriva 2^ alla 6 ore calabrese con 61,195km, a inizio settembre ottiene il personale sulla maratona in 3.23 e, a fine settembre, due settimane prima della 24 ore, in fase di test vince il titolo italiano IUTA della 6 ore in pista con 67,017km.
Per la cronaca, questi sono i passaggi ufficiali dei due atleti alla 24 ore di Grenoble tenendo presente che il giro era di 1,0519km e quindi l’ufficialità avveniva al giro seguente per i rilevamenti in metri e al giro precedente in quelli a tempo.
Federico
6 ore 65,392km (5.59.17)
100km 9.26.16 (100,982km)
12 ore 124,124km (11.54.17)
Laura
6 ore 62,062 (5.58.30)
100km 10.22.39 (100,982km)
12 ore 113,605km (11.57.37).
In pratica, Federico in gara ha migliorato anche la sua miglior prestazione sulla 12 ore, mentre Laura quella della 6 ore su strada e tutto il resto visto che prima di allora non era mai andata sopra questa distanza.
Ritornando alla domanda iniziale credo di poter affermare che chi ha ambizioni di migliorarsi, a qualsiasi livello, e si affida a persone professionali, competenti ed esperte, riesce a migliorarsi sicuramente e in alcuni casi anche parecchio.
Atleticamente parlando, come Laura, Federico e Thoms ce ne sono molti, ma non sono consapevoli di esserlo. Il tedesco non lo conosco di persona, ma Laura e Federico hanno anche dimostrato una serietà e determinazione nel seguire i consigli, si sono fidati ciecamente di noi e noi di loro, questo ci ha uniti a tal punto che in gara, ad ogni passaggio bastava uno sguardo per capirci al volo.
Ultimo aggiornamento (Venerdì 16 Novembre 2012 21:39)
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