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S.Antonio: una maratona, quattromila storie

Veneto - Primapagina

Non ci sarà solo la gara di cartello tra Chebet, Kwambai e Habtamu Asefa o quella tra Domongole, Das Chagas e dos Santos, favorite della prova femminile. Certo, la Maratona S.Antonio vivrà del confronto tra i campioni che cercheranno di stabilire il nuovo record della corsa. Ma vivrà anche, o forse soprattutto, delle tante piccole e grandi storie degli atleti che più raramente si conquistano articoli sui giornali o servizi in tivù ma che, con le loro vicende, rendono affascinante questa disciplina. Sono circa quattromila i podisti che domenica 22 aprile saranno alla partenza di Campodarsego o a quella della mezza maratona, da Camposampiero. Ne abbiamo scelti alcuni, ecco le loro storie.

La sfida di Angelo Calore

Angelo Calore è padovano, ha 52 anni ed è un ex dipendente Fischer. Ha partecipato in più occasione alla Maratona S.Antonio e sarà al via anche il 22 aprile. Più forte di tutto e di tutti. Sì, perché a differenza che in passato, stavolta gareggerà in carrozzina, spinto dal fratello Francesco e da altri 22 compagni di squadra del Gruppo Podistico Tre Torri, della Guizza (Padova). A raccontare la sua toccante storia è proprio Francesco: «Angelo ha sempre amato correre e oltre che a quella di Padova in passato ha partecipato anche alle maratone di Roma e Firenze, e a molte altre gare. Da poco più di un anno non può più camminare perché è stato colpito da più patologie non ancora completamente identificate dai medici, dalla SLA al morbo di Parkinson. Qualche settimana fa gli ho proposto di partecipare comunque alla Maratona S.Antonio, spinto in carrozzina da me e dagli altri suoi compagni di squadra del Gruppo Podistico Tre Torri. E’ la prima volta che facciamo qualcosa del genere ma soprattutto è la prima volta per lui. Quando gliel’ho detto si è subito commosso. Da allora, ogni giorno mi fa domande su quello che accadrà il 22 aprile con l’entusiasmo di chi non vede l’ora di cominciare la gara».

Asla, correre contro la Sla

Domenica a Camposampiero saranno pronti a partire in carrozzina anche cinque ammalati di SLA, spinti da un nutrito gruppo di atleti appartenenti a diverse società sportive, per percorrere tutti i 21 chilometri della mezza maratona. Tutti gareggeranno per A.S.L.A., onlus per la lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica. Sulle loro maglie si leggeranno gli slogan: «Una corsa contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica» e «IO AMO LA VITA. Lotta con me per sconfiggere la SLA!» a dimostrazione di sostegno agli ammalati e ai loro familiari nella battaglia contro questa terribile malattia.

In gara 28 nazioni. E c’è chi arriva dall’Ecuador

E’ una Maratona sempre più internazionale: in totale saranno al via atleti da 28 paesi e da quattro continenti. Se la nazione più rappresentata dopo l’Italia è la Slovenia (24), va segnalata la presenza di maratoneti provenienti da Israele, Stati Uniti e, addirittura, dall’Ecuador, i cui colori saranno difesi da Gabriel Byron Lopez Burgos, trentatreenne atleta di Quito, al via nelle prove paralimpiche (carrozzine categoria T54).

Assindustria a quota 91, Atletica Vicentina a 70

E’ la società organizzatrice. Ma è anche quella che schiererà più atleti al via. Assindustria Sport Padova si presenterà all’appuntamento di domenica 22 aprile con 91 atleti tra maratona e mezza maratona. Notevole, però, anche la partecipazione dell’Atletica Vicentina: 70 le maglie arancioni che coloreranno il percorso.

I 40 Supermaratoneti

E’ il club di chi la maratona ce l’ha proprio nel sangue. Una sorta di nazionale allargata, potremmo dire, perché tutti gli iscritti provengono da un’altra società sportiva. Requisito per entrarci, l’aver corso almeno 50 maratone. Il gruppo è quello del Club Supermarathon e loro si presenteranno a Campodarsego ufficialmente in 40.

Sotto la tonaca le scarpe da corsa

Ormai indossa con la stessa disinvoltura la tonaca e le scarpe da ginnastica. E’ don Leopoldo Voltan, don Leo per tutti, parroco di Campodarsego: la maratona parte dal suo paese e lui ha pensato bene di partecipare alla festa. Correndo. «Mi è piaciuto farmi coinvolgere, anche perché credo che la corsa riesca a conciliare splendidamente valori come il silenzio e la spiritualità con l’incontro con gli altri». In gara anche padre Giovanni Voltan, omonimo ma non parente, padovano doc, frate della Basilica del Santo, e anche grande tifoso del Calcio Padova.

Luciano Morandin la corre all’indietro

Si chiama retrorunning, letteralmente: corsa all’indietro. E’ una disciplina nata come forma di riabilitazione per atleti colpiti da tendiniti o in fase di recupero dopo traumi, ma fa proseliti anche tra chi sta benissimo, perché sviluppa muscoli che normalmente non si usano e migliora la capacità di concentrazione. E c’è persino chi ha provato a correre un’intera maratona a passo di gambero. A Campodarsego ci sarà il padovano Luciano Morandin, classe 1947, pronto a macinare chilometro su chilometro… di spalle.

Il più vecchio, il più giovane

Correre fa bene. E lo può testimoniare meglio di tutti Alberigo Guicciardi (Finale Emilia - Modena) nato il 4 dicembre 1930: è lui, con i suoi 82 anni, il più anziano tra gli atleti al via. In campo femminile la palma spetta a Eleonora Bottazzo (Noventa Vicentina - Vicenza). Delle donne non si dovrebbe mai dire l’età, ma se la si precisa, nel suo caso, è solo per farle i complimenti: è nata l’11 aprile 1938. I più giovani? Damiano Zevrain (Loreggia - Padova), nato il 7 aprile 1994 e Giulia Alfonsi (Cadoneghe – Padova), nata il 4 marzo 1993.

La Maratona a quattro zampe.

Anzi, a otto Poteva mancare il migliore amico dell’uomo? Certo che no: saranno due i cani in gara il 22 aprile. In tanti ormai conoscono Stella, bastardina nata nel 2003, al via di Campodarsego assieme al suo padrone Leonardo Candian, di Vigonovo (Venezia), che rivela: «Quando corriamo assieme, l’impressione che diamo è che sia lei a tirare me». Ma oltre a Stella ci sarà pure Aron, pastore tedesco che segue Ingrid Conedera, alla partenza della mezza a Camposampiero.

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Maratona S.Antonio 2012, ecco le protagoniste

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Dopo gli uomini, le donne. Si completa il cast dei top runners che domenica 22 aprile animeranno la tredicesima edizione della Maratona S.Antonio. Ai nomi di Chebet, Kwambai Kipkorir, Kiflom, Habtamu Asefa, Paula e Feiteira, chiamati a un ruolo di primo piano della gara maschile, si aggiungono ora quelli delle atlete che avranno il compito di animare la corsa femminile.

E una parte importante la reciteranno le ragazze venute dal Brasile. Ragazze come Michele Das Chagas, vincitrice della maratona di Porto Alegre del 2010, che ha realizzato il suo primato sui 42,195 chilometri proprio a Padova, nel 2011 (2h35’09”), salendo sul terzo gradino del podio. O come Marily dos Santos (2h35’31”), altro gradito ritorno su queste strade, anche in questo caso dopo un terzo posto, colto nel 2007. Storia particolare, la sua: l’anno dopo ha difeso i colori del suo paese ai Giochi Olimpici di Pechino ma, prima di consacrarsi, per molti anni si è divisa tra il lavoro nei campi e la corsa. Cresciuta in una famiglia di agricoltori, ha lavorato anche mentre andava a scuola, raccogliendo ananas, banane, fagioli e mais. Sposata col suo allenatore, Gilmario Mendes, all’inizio non credeva che la loro storia potesse funzionare, ma adesso assicura di «non avere alcun problema, basta non mescolare i due piani: lui è il tecnico e quando allena seguo le sue indicazioni». Ragazze venute dal Brasile, infine, come Rosangela Faria (2h37’49”) atleta polivalente che ha raggiunto la piena maturazione tecnica nelle ultime stagioni, siglando il suo primato personale sulla maratona a 36 anni.

L’Africa non può però mancare: sarà rappresentata dalla keniana Fridah Domongole. E’ una specialista delle corse campestri, tanto da aver partecipato cinque volte ai Mondiali di cross, e ha scelto Padova per debuttare nella maratona: solo nelle ultime stagioni ha allungato le distanze, trovando la fiducia che le serviva con l’affermazione colta all’«Azkoitia Half Marathon» 2011, quando ha siglato il suo personale, di tutto rispetto, sulla mezza (1h11’32”).

Ma ci sarà un’atleta di primo piano anche nella mezza maratona che partirà da Camposampiero. E’ Marzena Michalska, entrata a far parte delle Fiamme Oro nel 2006, diventando la prima «straniera» del Gruppo Sportivo della Polizia di Stato (è nata a Bialobrzegi, Polonia). In Italia dal 1998, per partecipare al Circuito Città di Biella, proprio in quell’occasione ha conosciuto Claudio Piana, organizzatore della gara, diventato suo marito nel 2001. In Polonia ha vinto complessivamente otto titoli nazionali. A tutti gli effetti cittadina italiana dal giugno 2003, detiene il record nazionale dei 3.000 siepi e, dal luglio del 2010, è la mamma della piccola Flaminia.

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83 minuti nella bufera e una scoperta spettacolare

Veneto - Primapagina

Il titolo di questo post dovrebbe essere "Fantastica(mente) Gualtieri - Finish", ma oggi l'estro mi porta anche altrove e quindi ne seguo le orme.

Siamo già al giro di boa settimanale grazie alla festività dell'altro ieri che ha giocoforza accorciato il consueto decorso lunedì-sabato.

Rachele e Anna sono in buona forma e sono anche "caricate a pallettoni" (effetto Gualtieri ?), mentre le mie gambe stanno serenamente smaltendo i lattati della Pasquetta Sportiva.

A mente sgombra mi ritrovo ad essere soddisfatto della galoppata in terra d'Emilia e ragionevolmente ottimista in ottica Maratona di S.Antonio 2012.

Già perché ormai manca davvero poco.

Portata a casa l'ennesima lezione di Master (...) e colto da una sana dose di pseudo maniacale follia-podistica, nel mezzo dell'odierno pomeriggio di bufera, mi sono avventurato lungo le mie amate stradine per un allenamento da "stiracchia-muscoli". Pioggia battente, vento trasversale, temperatura giusto-rigida, completino lungo, berretto, guanti, coprigola, giubbottino anti-pioggia...

Una vera pacchia.

Sorvolo elegantemente sulla (buona) natura dei chilometri super-fradici percorsi perché desidero soffermarmi su una piccola scoperta che ho fatto transitando alla sommità della collina che domina Montecchio Precalcino; non so se per opera della locale Amministrazione Comunale o grazie al lavoro di qualche Associazione, é stato costruito-allestito un punto di osservazione panoramico con tanto di recinto e panchine in legno, bandiere tricolori e mappa dell'orizzonte con segnalazione dei punti più importanti.

Mi sono fermato ad ammirare la semplice ma splendida opera e benché oggi non si vedesse a 50 metri (causa nubifragio) mi sono particolarmente compiaciuto del tutto: appena potete, fateci un giro.

Il rientro a casa é stato particolarmente gradito da ossa e dal resto dell'apparato: per fortuna non siamo fatti di pane biscotto.

Ma attenzione, é già aperto il "toto-meteo" per domenica 22 aprile e, se ci azzecchiamo come per la Maratona di Treviso del 4 marzo 2012, siamo in "una botte di ferro".

Ad oggi le previsioni meteorologiche a undici giorni sembrano concordare fra loro e, da bravo danzatore della pioggia, vi allungo di seguito una raffica di weather site's....

www.3bmeteo.com www.ilmeteo.it www.tempoitalia.it www.meteo.it www.centrometeoitaliano.it

Adesso fate voi....

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Maratona S.Antonio 2012, ecco i protagonisti

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Eccoli qua, i protagonisti della tredicesima edizione della Maratona S.Antonio. A dieci giorni dalla gara di domenica 22 aprile escono i primi nomi dei top runners che animeranno la competizione maschile. «Un cast – spiega Giampaolo Urlando, responsabile tecnico dell’evento – in grado di garantire una corsa combattuta, con atleti che possono puntare al record della manifestazione, realizzato proprio l’anno scorso all’esordio sul nuovo percorso. Proprio grazie ai risultati ottenuti nelle precedenti edizioni e al valore della starting list di quest’anno siamo in grado di richiedere la Iaaf Road Race Label, sorta di bollino di qualità per le maratone internazionali, assegnato dal massimo organismo mondiale».

In prima fila c’è il keniano Ben Chebet. E’ l’uomo da battere, non solo perché su queste strade si è già imposto nel 2009, ma anche perché a Padova si è sempre espresso al meglio, realizzando il suo primato personale (2h09’26”) nel 2011. Occasioni in cui il pubblico di casa ebbe modo di conoscere un atleta tanto sicuro in strada quanto timido e riservato nella vita privata. L’Italia, peraltro, gli ha sempre portato bene: nel suo palmares anche l’affermazione alla maratona di Firenze del 2009, la vittoria di Carpi dell’anno precedente e quella di Trieste 2006, oltre ai successi a Innsbruck (2005) e Salonicco (2008).

Dovrà guardarsi, però, da tre esordienti che promettono molto, come il connazionale Robert Kwambai Kipkorir (un personale di 1h01’47” sui 21,097 chilometri realizzato a fine 2011 a Zhuhai, in Cina, dopo aver vinto anche la mezza maratona parigina di Saint Denis), l’eritreo Sium Kiflom, dato in grandi condizioni (1h01’54”) e, soprattutto, l’etiope Wakeyo Habtamu Asefa (1h01’09”). Quest’ultimo, in particolare, seguirà le orme di un altro atleta etiope, Toleda Tadese, che detiene l’attuale primato (2h09’02”). E quel che è certo è che le sue prestazioni in gara sono in netto contrasto col soprannome de «il dormiglione» che gli ha attribuito la stampa spagnola proprio nel giorno in cui ha firmato il suo personale nella mezza maratona. E’ successo lo scorso 31 marzo, in gara ad Azpeitia, nei Paesi Baschi: al momento della partenza del pullman dei top runners il manager della gara iberica Miguel Ángel Mostaza ha scoperto che c’erano tutti meno uno: Wakeyo non si trovava. «Dove sta l’etiope?» ha chiesto. Silenzio. A quel punto è cominciata la ricerca che si è conclusa quando si è scoperto che il nostro stava ancora dormendo in albergo. Gli atleti keniani presenti lo hanno guardato male quando è salito in autobus. E ancora di più, pare, quando ha tagliato il traguardo per primo.

Il brasiliano Paulo Roberto Paula ha invece firmato il suo primato personale solo a marzo del 2012, a Barcellona (2h11’51”), dopo aver scoperto recentemente la maratona. Ha, però, un curriculum molto lungo sia in pista che sulle corse su strada e un fratello gemello, Luis Fernando, che corre pure lui.

L’Europa sarà poi rappresentata dal ventinovenne portoghese Luis Feiteira (2h11’57”) che a ottobre 2011 ha già corso in 2h13’12” ad Amsterdam e che a Padova cercherà di limare altri 12”, come richiesto dalla sua federazione per presentarsi ai Giochi Olimpici. Feiteira, tra l’altro, tiene un blog aggiornato con le cronache delle sue gare e con i suoi allenamenti. Il suo motto? «Un maratoneta non si ferma mai, quando lo fa è solo per fare il punto».

In lizza ci sono però anche altri specialisti in grado di dire la loro, dall’eritreo Mesfin Tesfayohannes (2h12’17”) all’etiope Tumicha Worana, per arrivare agli italiani Vito Sardella e Liberato Pellecchia. E nei prossimi giorni sarà ufficializzato il cast della prova femminile che, anche in questo caso, promette spettacolo.

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Padova - Presentata la Maratona S.Antonio 2012

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Padova_Maratona_S.Antonio_2012_presentazioneMaratona S.Antonio 2012, si alza il sipario. La sala Rossini del Caffè Pedrocchi, nel cuore di Padova, ha ospitato la presentazione dell’evento in cartellone domenica 22 aprile. Una piacevole occasione per brindare alla tredicesima edizione e far partire il conto alla rovescia.

Ospiti d’onore Alex Zanardi e Ruggero Pertile. Tutti e due hanno Padova nel loro destino e tutti e due sono accomunati da un unico obiettivo: i Giochi Olimpici di Londra. Il primo a parlare è stato Ruggero, atleta di casa, nonché unico maratoneta azzurro al via della gara a cinque cerchi. Era un po’ commosso nel rivedere su video le immagini delle sue vittorie e nel ripensare al trionfo in Prato della Valle del 2006: «Rispetto ad allora sono cambiate un po’ di cose, si è allargata la famiglia perché è nata mia figlia Alice e ho preso consapevolezza dei miei mezzi. Forse allora ero più impulsivo, mentre oggi sono più “ragioniere”. Ma mi è rimasta la stessa voglia di non accontentarsi, la stessa voglia di sognare – ha raccontato “Rero”, intervistato da Paolo Mutton – Londra? Mi piacerebbe chiudere tra i primi dieci al mondo e ce la metterò tutta per riuscirci».

Dopo di lui ha parlato Zanardi, che il 22 aprile si presenterà al via in handbike da campione uscente, dopo il successo del 2011. «Ricordo quando ho corso qui la prima volta, nel 2008, e le cadute rimediate. Il volto era una maschera di sangue e il dottor Costa, che mi seguiva, mi aveva detto: tranquillo, ora torniamo a casa in ambulanza. Ma io ho visto che la mia “bici” ancora reggeva e ho pensato a mio figlio Niccolò che mi attendeva al traguardo e gli ho risposto: c’è un bambino che aspetta suo padre, all’arrivo, non posso deluderlo. Oggi sono di nuovo a Padova perché questa è casa mia, dato che vivo da queste parti, e perché questa è una delle maratone più veloci e competitive al mondo per i cicloni».

Nutrito il parterre delle autorità presenti al fianco di Federico de’ Stefani, presidente di Assindustria Sport e di Massimo Pavin, presidente di Confindustria Padova. In prima fila Umberto Zampieri, assessore allo sport del Comune, Leandro Comacchio, assessore allo sport della Provincia, l’onorevole Marino Zorzato, vicepresidente della Regione Veneto, Roberto Furlan, guida della Camera di Commercio di Padova, Mirko Patron, sindaco di Campodarsego, Domenico Zanon, sindaco di Camposampiero. Ma anche il presidente del Coni di Padova Dino Ponchio, il presidente regionale della Fidal Paolo Valente, Vincenzo Montemagno, questore di Padova, Sergio Baldo, responsabile della sezione atletica delle Fiamme Oro, sempre vicine alla Maratona, Francesco Canella, presidente di una catena di supermercati, e Claudio Carta, presidente regionale del Comitato Italiano Paralimpico.

Il saluto finale è toccato ovviamente a de’ Stefani: «Quando penso alla Maratona S.Antonio penso alle facce degli amici che l'hanno corsa, al loro sorriso mentre tagliavano il traguardo. Di sorrisi ne vedremo tanti anche il 22 aprile: ognuno di noi troverà una faccia nota in Prato della Valle. Ed è questo il piccolo miracolo della Maratona S. Antonio: mobilitare Padova. In tredici edizioni tutti sono stati coinvolti. Un contagio benefico che ha generato un effetto virtuoso: sono nate altre manifestazioni come Corri X Padova e la 24for Children e la nostra città ha rinnovato la propria passione. Oggi Padova è una città che corre e lo fa in tutti i modi, con una gara che ha fatto della disabilità un punto di forza. E Padova corre grazie agli oltre 2.000 volontari che lavorano per far sì che tutto questo sia possibile e corre grazie maratoneti capaci di incarnare un sogno, che dalle strade veloci della nostra provincia porta sino ai Giochi Olimpici. E’ per far crescere atleti come Ruggero Pertile che Assindustria Sport continua la sua corsa. La prossima settimana tutto il mondo inizierà il countdown: -100 giorni ai Giochi di Londra. Noi inizieremo il nostro conto alla rovescia: -10 alla Maratona».

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 12 Aprile 2012 11:07)

 
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