Dieci anni dopo

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Dieci anni fa, 8 settembre 2001, nasceva mio figlio Alberto. Sarò blasfemo ma di quell'anno ricordo soprattutto quell'avvenimento e tutto il resto passa in secondo piano. Ripenso a quella splendida, colorata e frizzante alba settembrina (erano le 7 e 14) in cui il piccolino decise di venire a questo mondo; ricordo Anna, fantastica e tenace nella dolorosa fatica del parto, ripenso a mille istanti e sensazioni e oggi mi sembra di essere su un altro pianeta.

Alberto se ne é andato a nemmeno cinque anni d'età a causa delle terapie utilizzate per sconfiggere una forma di leucemia che lo aveva aggredito qualche mese prima. Da allora tutto é mutato d'aspetto, il mio mondo é andato sottosopra ed ogni cosa che vedo, sfioro o vivo ha assunto un valore opposto a prima. Il dolore che si perpetua, la sofferenza mostruosa residua scrivono i miei momenti e non mi concedono una pace definitiva.

Sarà così fino alla fine dei miei giorni e questo pensiero mi accompagna senza assillarmi troppo; purtroppo me ne sono dovuto fare una ragione, ...non sono stato bravo a capirlo. Qualcuno la chiama rassegnazione, ma vi assicuro che é una cosa che va anche oltre.

Dal 2007 c'é Rachele che illumina ogni cosa e non oso immaginare cosa sarei (e saremmo) senza di lei; é la terapia salvavita che mi permette di sopravvivere al male vissuto,il motivo per rimanere vivo abbassando la testa e tirare avanti come un'onesta bestia da soma.

Qualche anno fa mi sono preso la libertà di raccontare la storia di Alberto e quella di papà Sergio, entrambi falciati via da questa vita da malattie simili, infami e vigliacche, nel giro di pochi mesi uno dall'altro (ottobre 2005 - luglio 2006). Racconti di vita bella e atroce, spensierata e disperata, da vivere e da tribolare.

Ciao Alberto.