Recensioni: "Filippide il maratoneta" di Saverio Scozzoli

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Libro_copertina_Filippide_il_maratonetaFilippide, l’atleta greco vincitore delle Olimpiadi, viene inviato da Milziade a Sparta a chiedere aiuto per respingere l’attacco dei persiani, in soli 4 giorni compie l’impresa e fa ritorno a Maratona.

I terribili persiani vengono sconfitti, qui nasce la storia della maratona che oggi migliaia di runners corrono in tutto il mondo.

Il libro (Foschi Editore-Forlì, 240 pagine, prezzo di copertina 16 euro) ci descrive bene le difficoltà che Filippide deve affrontare ( altro che saliscendi e curve che spesso siamo soliti commentare ai nostri tempi….), la riuscita della sua incredibile impresa fino al sacrificio più estremo, quando Milziade, respinti i persiani, chiede al miglior atleta di tutta la Grecia di correre ad Atene a portare la notizia. Ci riesce, ma muore dopo quest’ultima impresa.    

Fin qui la storia, peraltro ben conosciuta, ma il libro è molto di più; il racconto è avvincente nella descrizione del lungo viaggio di Filippide, ma ci dice tanto sul personaggio oltre l’atleta, tenero padre e affettuoso compagno, uomo dotato di un coraggio fuori dal comune e con un innato senso del dovere.

L’autore, Saverio Scozzoli, propone un modo diverso di raccontare le origini della maratona, contestualizza l’impresa di Filippide dal punto di vista storico e culturale. Riesce a farci correre col protagonista e il lettore facilmente si scopre “ in corsa, un piede davanti all’altro, fino alla meta”.

Una meta che si trova dopo una distanza lunga “millecentoquaranta stadi” , una misura di quei tempi che grosso modo equivale a 400 km, diventata la durissima Spartathlon che si corre ai giorni nostri, solo che Filippide ha fatto sia l’andata che il ritorno….

Una fatica immane, superata con la forza fisica ma anche con immenso coraggio e determinazione, nei momenti peggiori “ la mente si estraniava dal corpo proiettandosi al traguardo e il corpo si adeguava per raggiungerla”, e poi ancora ..” la mente che diventava pura volontà e il corpo uno strumento al servizio di tale determinazione”, tutte situazioni che ogni maratoneta conosce molto bene.

Si tratta di un testo che coniuga molto bene la storia con lo sport, sia pure in una versione un po’ estrema, suscitando al tempo stesso interesse e ammirazione , forse anche meglio di un libro di storia. Chissà se letto in età giovanile non potrebbe dare maggiore voglia di apprendere e, perché no, stimoli verso quella passione chiamata corsa.

Ultimo aggiornamento (Giovedì 06 Settembre 2012 22:16)