Tutta la verità, nient'altro che la verità

Rubriche - Commenti e Opinioni
Storia di un gruppo di atleti che si affacciano in FIDAL, alle porte dell'Assemblea Nazionale che eleggerà il nuovo presidente e il suo consiglio...
Che mal di testa. E' così quando si ha un'idea alta dello sport e ci si imbatte in tante bassezze (che sono dell'uomo e non dello sport). Si potrebbe finire per mandare tutto all'aria. Ma significherebbe peccare di qualunquismo. E noi non abbiamo deciso di metterci idee, energie e facce per poi sprecarle. Siamo gente onesta e modesta, siamo freschi e talvolta inesperti, ma siamo svegli e siamo un gruppo... vari cervelli (decenti) offrono un contributo analitico e propositivo più consistente di una sola testa, per quanto straordinariamente pensante.
Ci muove un amore viscerale per l'atletica, che pratichiamo su base quotidiana sin da ragazzi: il più giovane del gruppo ha 19 anni, il più “anziano” 34 da pochissimo tempo. Tutti tesserati assoluti, anche le ragazze. Alcuni di noi sono anche tecnici che allenano il settore giovanile ma anche amatori/master: abbiamo il polso delle problematiche dei piccoli e dei grandi, insomma dei “non professionisti”. Siamo perlopiù corridori, con esperienza nazionale e internazionale, su pista e su strada. Grande passione per l'atletica vuol dire anche curiosità e approfondimento di tutte le specialità della disciplina regina: chi ha la mania delle statistiche, chi delle specialità più elastiche, chi di quelle più brutali... Grande passione per l'atletica vuol dire anche saper contenere la rabbia verso una gestione scriteriata dell'atletica azzurra e convogliarla in un lavoro di critica costruttiva.
La Presidenza
Abbiamo un orientamento chiarissimo sulla scelta del futuro presidente. Non tiriamo i dadi se c'è da scegliere tra Morini e Giomi. Scegliamo Alfio Giomi. Alcuni di noi sono convinti sostenitori di Giomi e sono stati tra i primissimi aderenti al “manifesto” costitutivo di Passione Atletica, l'associazione da cui esce la candidatura di Alfio (ti diamo del tu, siam tutti sulla stessa “nave sanza nocchiero in gran tempesta”!) e da cui escono alcuni dei suoi collaboratori più validi. Altri sono sostenitori più tiepidi e cauti nelle valutazioni di merito. Altri ancora si limitano a pensare che sia il meno peggio. Tutti indistintamente apprezziamo la volontà di Alfio di essere il presidente che guiderà la transizione ad una generazione dirigenziale nuova e tutti constatiamo la sua capacità di dialogare con le diverse componenti del nostro variegato mondo.
Alberto Morini rappresenta la continuità col fallimentare modello “Arese”. Invotabile.
Procediamo velocemente sul discorso presidenza e componenti del consiglio perché ciò su cui ci preme focalizzare in prossimità delle elezioni sono le posizioni dei candidati a rappresentare gli atleti e a “fare luce”, a raccontare qualcosa di significativo per tutti i nostri colleghi atleti che andranno alle urne – come delegati – il prossimo 2 dicembre.
Rappresentanti degli atleti
Prima di tutto i contenuti: qui ci sono una serie di intenti, condivisi all'interno del gruppo, frutto di discussione, esito di lunghi e accesi dibattiti. Come si suol dire? Farina del nostro sacco. http://avonghiraldini2012.myblog.it/
I nostri uomini sono Diego Avon (veneto, 27 anni) ed Emanuele Ghiraldini (emiliano, 34 anni); sono i due nomi che sono emersi nel gruppo ma potevano benissimo essere altri senza alterare la qualità del contributo: Gabriele, Tito, Luca, Michele, Giuliana, Francesco, Alessandro, Beatrice, Michele, Matteo, Marco, Mattia, Luigi, Francesca, Carlo, Giancarlo, Alessandro II, Francesco II, Jessica, Giuseppe, Giovanni, Claudio, Federico, Alex, Anna, Daniele, Massimo, Stefano, etc etc...
Sono proposte vere e realizzabili, discutibili a volte, ma proposte. C'è un'idea “positiva”: porre le basi di un rinnovamento in atletica, portare gli atleti al centro del dibattito in concreto, in prima persona! E c'è una visione organica dell'atletica: non è una visione corporativa “atleti per gli atleti”, bensì un quadro ampio tracciato da persone che saprebbero rappresentare le esigenze degli atleti e che saprebbero anche partecipare alla vita federale, contribuendo fattivamente all'improrogabile cambiamento di rotta dell'atletica italiana. Dal 3 dicembre, se non già dalla sera del 2 dicembre.
Prendetevi del tempo o sbirciate il programma alla veloce: siamo certi che non vi resteranno indifferenti completezza e spessore del lavoro (pur in un documento di sintesi).
Prendetevi del tempo per confrontarlo – anche molto rapidamente – con le proposte degli altri 6 candidati: non vi sfuggirà nemmeno un'evidente differenza di preparazione.
Vi aiutiamo a consultare i programmi altrui, per “trasparenza”, procedendo in ordine alfabetico. Segue un'analisi più “politica” avversario per avversario.
·         Zanei, Elisa (trentina, 28 anni): http://elisazanei.wordpress.com/
Vi sarà saltata una “mosca al naso”: tutti i candidati (Avon e Ghiraldini compresi) non hanno maturato esperienze istituzionali intermedie prima di proporre la propria candidatura al nazionale. Cosa si vuol fare? Si comincia la scalata della montagna dalla cima?
E' vero per chi sulla cima vien calato dall'alto, meno vero per chi arriva inequivocabilmente dalla base. Allora perchè Avon e Ghiraldini mirano subito al consiglio federale, perchè il gruppo li sostiene e voi dovreste sostenerli in questa scelta/aspirazione?
Due ragioni: a) per cambiare questa atletica bisogna rifondare i pilastri: lo statuto e l'approccio globale al raggiungimento delle performance. Sono due attività che partono dal Consiglio e non dal popolo dell'atletica (purtroppo, ma a tutt'oggi le cose stanno così...). b) Una lunga permanenza nei corpi intermedi – comitati provinciali e regionali – avrebbe fatto sfiorire la nostra gioventù e con essa la nostra foga rivoluzionaria, avremmo rischiato di arrivare alla cima della montagna assuefatti ai meccanismi federali e al “vecchiume”... Dobbiamo invece arrivare lì vergini, capaci di stupirci e inorridire, motivatissimi a spingere il cambiamento, a costo di commettere ingenuità, a costo di essere provocatori o di rasentare un'utopia. Ma cos'è l'atletica se non l'aspirazione al “citius, altius, fortius”? Cos'è se non il sogno di andare oltre un limite. In Consiglio i limiti sono politici e sociologici, prima che fisici. Arriviamoci “carichi” e saremo – fuor di retorica – aria fresca!
Pronti? Sintetici, opinabili, ma dannatamente sinceri. A voi, dove ci sono lati positivi non saremo avari...
Edgardo Barcella: brava persona, volenteroso ed entusiasta, ma... il suo programma è cambiato nel tempo e nella seconda versione ricalca in parte il nostro. Ha esperienza locale da tecnico e dirigente societario (Trescore). Bravo coi giovani, dicono, buon per lui e per l'atletica. E' un quattrocentista master molto orientato al mondo master stadia (specialità della pista, un 5% scarso dei tesserati amatori/master che cercano la performance prima del benessere), in questo non c'è nulla di male ma è un orientamento decisamente limitato per un membro di un consiglio federale. Ancora in attività, questo gli fa onore. Supportato dai membri di Queenatletica, troppo autoreferenziali per essere rappresentativi e per cogliere la vastità delle problematiche dell'atletica e per valutare con il giusto equilibrio l'importanza di figure diverse da quelle degli atleti, ne cito una per tutte a titolo esemplificativo: la categoria dei giudici. Dalla sua pochi voti certi, impossibile che venga eletto.
Stefano Mei: grandissimo campione del passato (mezzofondo su pista), ora runner per diletto, membro del consiglio in quota atleti con Arese. Checché ne dica non è passato alla storia per aver lavorato proficuamente negli anni trascorsi, ci si aspettava molto da lui e invece ha fatto “cilecca”. Troppo addentro alle modalità di lavoro della vecchia Fidal, troppo legato al gruppo uscente. Ad oggi confermarlo come rappresentante degli atleti sarebbe un segnale di stasi inopportuno. Abbiamo bisogno di tutto fuorché di barricarci nello status quo. Non è nemmeno più giovanissimo: non è di per sé un fattore oggettivamente limitante, tuttavia non ci sembrerebbe disprezzabile l'elezione di un atleta ancora attivo, che possa constatare de visu sui campi il clima che si respira nella nostra atletica, nel bene e nel male. In quanto candidato moriniano dispone comunque di un pacchetto di voti importante. Per tenerlo fuori dal futuro consiglio sarà essenziale che candidati di altra area non disperdano i propri voti. All'occorrenza qualcuno saprà fare un passo indietro?
Frederic Peroni: medico sportivo, sicuramente molto competente nel suo ramo, di estrazione Pro Sesto Atletica (Moriniana, anche se lui non sembra essere direttamente ricollegabile a questo filone). Master stadia (200m – 400m – 400hs) molto orientato al mondo master stadia. Come Barcella, il suo pare un approccio settoriale, molto ordinato ma limitato. Rappresentare solo i master rischia di essere un atteggiamento corporativistico poco produttivo in seno a un consiglio; sarebbe un valido “sindacalista” in seno a una commissione master, ma qui stiamo parlando di un organo decisamente diverso.
Francesco Pignata: conosciamo l'atleta Pignata, ottimo giavellottista in forza alle Fiamme Gialle, ora – ahilui – ex atleta (già per questo piuttosto inadatto a rappresentare gli atleti). Non conosciamo il Pignata candidato, e questo è gravissimo: che si fa? Si vota scegliendo a scatola chiusa? No, grazie. Dovrebbe avere dalla sua il supporto del Sud, in quanto unico candidato atleta meridionale, tuttavia non ci pare ragione sufficiente per valutare positivamente la sua candidatura. Non ha un programma. Non che sia essenziale – direte voi – ma sarebbe carino soprattutto per i suoi elettori sapere cosa votano ed essere consapevoli che il loro rappresentante debba render conto di qualcosa! Non pare pronto ad assumere il ruolo, ma è di area giomiana e prenderà voti dal sud. Attenzione, è un militare (sì, un altro militare! Nel consiglio in pectore sono già tre i candidati di area militare, Pignata sarebbe il quarto...). A quanto trapela si suppone che il Sud voti Pignata e Talotti, cosicchè il Nord – in cambio – voti Talotti e Pignata: logica geografica deprecabile e politichese, aliena a valutazioni di contenuti e merito che dovrebbero essere prioritarie... e per di più porterebbe un quinto militare (Talotti) in consiglio. Un po' troppi, eh?
Alessandro Talotti: per quanto appena detto, l'ottimo altista in forza ai Carabinieri dovrebbe rappresentare il Nord Est... Logica geografica incomprensibile: il nord est è già rappresentato in consiglio e – volendo essere pedanti – Avon e Ghiraldini provengono dal Nord Est (ma lungi da loro andare a caccia di consensi per la mera provenienza geografica!). Senza voler attaccare il ragazzo, ancora in attività di livello “top”, non sembra avere la cultura dell'atletica leggera necessaria per essere un membro operativo del consiglio. Soffre egli pure di una limitatezza nella visione dello sport: performance al top. Benissimo, allora lo vogliamo vedere a Rio 2016! E a chi dice che Talotti si farebbe le ossa in consiglio, vorremmo dire: “ma se ha tutto questo amore per l'atletica a 360°, la curiosità di approfondirne le tematiche gli è venuta solo a due/tre settimane dal voto?”. Fatto curioso. Più facile (e ragionevole) pensare che la sua e quella di Pignata siano candidature calate dall'alto sulla cima della montagna. Non profumano di vento del cambiamento o di aria fresca. Rischiano fortemente di essere gli “Yes Men” del presidente; ma ci servono consiglieri operativi o semplici presenze accondiscendenti? La risposta vien da sé.
Elisa Zanei: sarebbe una seconda donna in consiglio e non sarebbe un male, ma... Elisa viaggia nella scorta di Mei e dei moriniani. Per noi è quindi invotabile, per coerenza con noi stessi e per timore che si confaccia alle usanze aresiane. Si candida per vedere come sarà in Fidal, per andare e contribuire, mentre impara... Scrive lei stessa, spiegando la propria candidatura: “Tante ragioni e tante motivazioni che è difficile sintetizzare in poche righe, ma che con un po’ di sano confronto potrebbero essere sviscerate e analizzate, anche in base ad eventuali richieste o domande”. Elisa, tu devi spiegare, non puoi pensare che ti si voti sulla fiducia o sapendo che sei disponibile a rispondere alle domande. Si scelgono delle proposte, non una persona per il fatto che è semplicemente disponibile a rispondere. Sensatissimo, certo, rispondere! Sì, ma... cosa? E' un diritto degli elettori sapere.
Un 2 dicembre milanese
A Milano si vota il 2 dicembre, in un hotel di lusso. Ma vi pare possibile? Già questo, nella sua banalità, marca una fortissima necessità di cambiamento.
Voteranno 63 delegati in quota atleti, esprimeranno due preferenze ciascuno. Noi sosteniamo Avon e Ghiraldini: per ragioni contenutistiche e per cultura sportiva, per esperienza fuori dagli schemi del potere ma con attività sempre fortemente orientate ad onestà e legalità.
Vi abbiamo offerto senza censure le nostre idee. Sull'atletica, su noi stessi ed il nostro ruolo, sulle alternative a noi e sul loro collocamento.
Non rinunciate a usare la vostra testa. Non fate comprare la vostra libertà di pensiero. E' vero, siete delegati, ma non siete fantocci di dirigenti e tecnici. Andate nell'urna e scegliete, esercitate dignitosamente questo vostro sacrosanto diritto/dovere.
Grazie dell'attenzione,  Il team di “avonghiraldini2012”


Ultimo aggiornamento (Mercoledì 28 Novembre 2012 23:30)