Quattro chiacchiere con Salah Ouyat

Rubriche - Interviste

Ouyat_Salah_Oleggio_2011I partecipanti alle gare podistiche organizzate tra le province di Novara, Varese e Biella sicuramente conoscono il nome di Salah Ouyat. Nato il 3 gennaio 1976 a Kasba Tadla, nel centro del Marocco, inizia prestissimo a dedicarsi alla corsa, tanto che già a quindici anni diventa campione regionale cadetto di corsa campestre. Nel 1995 diviene atleta professionista e partecipa alle corse campestri del calendario nazionale, arrivando sempre nelle primissime posizioni. Nel 1997 entra a far parte della nazionale marocchina, proprio negli anni in cui correvano in questa squadra grandi campioni che hanno fatto la storia del mezzofondo mondiale e in questa intervista, proviamo a conoscerlo meglio.
Salah, dopo la nazionale marocchina abbandoni il Marocco e vieni in Italia..
Si, mi trasferisco in Italia nel 2000 perché vengo tesserato da un’ottima squadra, la Team Runner Foggia, con cui arrivo sesto al campionato italiano di corsa campestre e per la quale correrò fino al 2004. Nel frattempo, avendo la famiglia residente a Novara, partecipo nel 2002 e nel 2003 alla Mezza Maratona di San Gaudenzio, vincendola.

Ad un certo punto abbandoni l’attività sportiva a tempo pieno. Perché?
Nel 2004 abbandono l’attività professionistica per due motivi: innanzi tutto non mi trovavo più bene e, cosa non secondaria, i guadagni non mi permettevano di vivere. Così mi trasferisco nel novarese e comincio a lavorare. Nel frattempo corro per il gruppo GS Castellania di Gozzano col quale partecipo a diverse gare importanti, tra cui la Mezza Maratona di Brugnera, dove arrivo quarto con il tempo di 1h06’’, e la 10 chilometri di Gualtieri che termino in 28’58’’.

Gli ultimi tuoi successi sono corse su strada come la Lago d’Orta Half Marathon, la Pella-Orta, la Maratonina delle Terre d’Acqua e tante altre. Quale corsa disputata nella tua carriera ti ha dato più soddisfazione?
La gara che ricordo con più piacere è la Transmarathon di Agropoli, una corsa in cinque tappe nei sentieri del Cilento che ho vinto per due anni consecutivi, nel 2001 e nel 2002. E’ una gara molto bella, che ti porta a percorrere sentieri vicini al mare o sulle montagne cilentine, per una lunghezza complessiva di 55 km.

Come sono i tuoi ritmi di allenamento? Come curi l’alimentazione?
Il mio allenamento non presenta particolari attività: corro circa 80 km alla settimana, distribuiti su cinque uscite, cui unisco le diverse gare. Per quanto riguarda l’alimentazione, non ho un segreto particolare: molta frutta e verdura, molto pesce e poca carne, pasta o riso due volte alla settimana. Insomma, un’alimentazione equilibrata.

Come riesci a conciliare allenamenti, attività lavorativa e famiglia?
Mi sono sposato nel 2010 con Samira, che vive ancora in Marocco, mentre io vivo in Italia e lavoro presso la ditta Palzola. Riesco a conciliare visite alla famiglia, attività lavorativa ed allenamenti programmando la mia vita ed i miei impegni in modo scrupoloso.

Quale atleta ti dà più filo da torcere nelle gare su strada? Chi pensi possa essere l’atleta da battere?
In realtà, non penso mai agli altri atleti come ad avversari da battere. Quando siamo sulla linea della partenza siamo tutti uguali, sarà la corsa a decidere il vincitore.
Hai avuto tanti successi anche nei cross, l’ultimo a Borgoticino dove non hai avuto rivali.
La corsa campestre è stata la mia prima attività sportiva da professionista, probabilmente è per questo motivo che non ho particolari difficoltà nel disputare gare su terreni sterrati.

Perché ti piace correre?
La passione per la corsa mi è stata passata da due miti dell’atletica marocchina: Salah Hissou, che viveva vicino a me e che è stato nel 1999 campione mondiale dei 5000 metri, e soprattutto Said Aouita, considerato il più forte mezzofondista di sempre, capace di primeggiare in tutte le specialità, dagli 800 ai 10 000 metri. Proprio seguendo le sue imprese alle olimpiadi di Los Angeles nel 1984, dove vinse i 5000 metri, e poi a Roma nei mondiali del 1987 mi nacque il desiderio di seguire le sue orme.
Inoltre, amo la corsa perché è uno sport che gestisci personalmente, dove non devi rendere conto di niente a nessuno se non a te stesso e che ti mette sempre alla prova.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Preferisco non fare nessun progetto: mi piace correre come amatore e decido gara dopo gara cosa fare.

Ultimo aggiornamento (Giovedì 29 Dicembre 2011 00:34)