Intervista a Corrado Mortillaro

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New_York_Marathon_2010_Morselli_Mortillaro_Venditti_Foto_Roberto_MandelliNegli ultimi anni il nome di Corrado Mortillaro compare nelle primissime posizioni di molte competizioni, dalla Mezza del Castello di Vittuone alla Scarpa d’Oro di Vigevano, dalla Mezza di Siracusa a quella di San Gaudenzio a Novara per citarne solo alcune. Nato il 25 settembre 1985 a Siracusa, attualmente vive a Vermezzo con la moglie Rosita e la piccola Roberta, dividendosi tra impegni famigliari, atletici e lavorativi presso il Carcere di San Vittore di Milano.

Come e quando ti sei avvicinato alla corsa? Vista la giovane età, avrai iniziato molto presto.

Sì, ho iniziato nel periodo delle scuole medie. Io giocavo a volley, ma la mia professoressa di ginnastica mi spinse a dedicarmi all’atletica e così partecipai alle selezioni provinciali dei campionati studenteschi, arrivando quinto nel 2004 ai Campionati Italiani Juniores di mezza maratona.

Quali sono stati i primi successi? Con quale squadra?

Ho iniziato vincendo i Campionati Studenteschi provinciali e regionali. Nel 2006 entro nella squadra della Libertas Siracusa, ma dopo due anni passo all’Atletica Gonnesa di Cagliari con la quale divento vicecampione italiano promesse di mezza maratona col tempo di 1h09’; vinco anche i regionali di cross e nel 2010 arrivo quindicesimo al campionato assoluto di mezza maratona col tempo di 1h07’.

Come hai conosciuto il tuo allenatore, il tecnico molisano Pasquale Venditti? Come ha cambiato il tuo modo di allenarti?

Ho conosciuto Pasquale Venditti via mail. Mi ha scritto facendomi i complimenti per i miei risultati e da qui abbiamo iniziato la nostra collaborazione: lui mi manda le tabelle d’allenamento, che io poi metto in pratica. Grazie a questa collaborazione sono riuscito a vincere tredici mezze maratone, ma quella che ricordo più volentieri è la Mezza di Padenghe sul Garda, dove ho fatto il mio personale di 1h05’06’’.

Si è scritto molto di una tua partecipazione nel 2010 alla maratona di New York: ci sei andato?

Sì, sono andato a New York, ma non avevo il pettorale dei top, così sono stato messo nelle griglie con gli amatori. Ho sofferto molto il freddo e questo mi ha causato dei malesseri che mi hanno obbligato al ritiro dopo il trentesimo chilometro. Spero di riuscire presto a rifare l’esperienza, con esiti migliori.

Dal 2011 corri per l’Atletica Palzola: come ti trovi nella squadra guidata da Casagrande?

Sono stato contattato via mail anche da Casagrande che mi ha chiesto di passare alla sua squadra. Sto molto bene nell’Atletica Palzola: l’atmosfera che si respira è quella di una grande famiglia.

Negli ultimi mesi ti abbiamo visto impegnato non solo in gare su strada, ma anche su percorsi sterrati: dove ti trovi meglio?

Recentemente ho corso un trail a Borgomanero di 25 km, ma dopo ne ho risentito un po’ sulle gambe. Mi piace, però, sperimentare, tanto che vorrei fare altri trail e cimentarmi anche nelle corse in montagna. I miei fondi preferiti rimangono, però, quelli misti.

Quali sono gli avversari da battere?

Devo ammettere di essere competitivo, ma non ho avversari se non durante la corsa. Finita la gara ho solo amici.

Recentemente sei diventato papà: cos’è cambiato nella tua vita?

La mia vita è diventata molto impegnata: al mattino mi occupo di mia figlia Roberta, poi mi alleno e subito dopo corro al lavoro. Avendo così poco tempo da dedicare all’allenamento, con Venditti abbiamo studiato delle tabelle che puntano sulla velocità e la resistenza, inserendo un lungo da 26 km ogni dieci giorni.

Fai progetti per il futuro?

I miei progetti sono quelli di star bene con la mia famiglia e continuare a divertirmi praticando sport.

Perché corri?

Semplicemente perché mi diverte!

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 26 Aprile 2012 16:51)