Firenze e il problema delle partenze

Maratona - Firenze - 29^ Firenze Marathon

Prendo lo spunto dalla maratona di Firenze, corsa domenica per fare qualche riflessione generale sull'organizzazione delle gare.  Il tempo domenica è stato perfetto per correre, il percorso era veloce e chiuso al traffico e l'organizzazione in generale è stata efficiente.  Il problema maggiore si è riscontrato alla partenza: per quanto fossero state istituite le gabbie, inevitabilmente è successo che podisti più veloci, magari alla prima maratona, fossero messi dietro a podisti più lenti.  Tutto ciò non sarebbe un problema se dopo la partenza il percorso permettesse ampie possibilità di sorpasso.  A Firenze questo non è stato possibile, anzi, la partenza era collocata su una linea molto ampia, ma dopo meno di un km, una strettoia con un gonfiabile creava un ingorgo che costringeva i podisti a ricominciare a camminare per qualche centinaio di metri, prima di ripartire nuovamente.  Solo dopo due - tre km il gruppo si sfilacciava abbastanza da rendere agevoli i sorpassi e i podisti erano liberi di prendere il proprio passo.

Questa situazione, peraltro abbastanza frequente, è molto spiacevole per chi vuole gareggiare e non solo fare una sgambata.  Sarebbe in gran parte evitabile prendendo alcune contromisure.  La prima è quella di prevedere qualche tipo di gabbia o di ordine alla partenza per tutte le gare con più di 500 persone, e farlo rispettare.  La seconda è quella di creare una linea di partenza molto più stretta della larghezza del tratto di strada dei primi km.  In questo modo i podisti vengono separati maggiormente e si creano le condizioni per cui ognuno sia libero di correre al proprio passo e non intruppato senza speranza nel gruppone.  Il problema di questo approccio è che la partenza di una gara con migliaia di partecipanti potrebbe richiedere qualche decina di minuti, invece che 4-5 minuti come a Firenze.  Ovviamente è necessario che in questo caso, perlomeno ai fini delle classifiche di categoria, conti il real time e non il tempo assoluto.  Questo semplice accorgimento (far contare il real time ai fini della classifica) fra l'altro eviterebbe che le prime file delle gare vengano invase da master non più giovanissimi che partono a 4' o anche a 5' al km.

Dal canto suo, la FIDAL potrebbe fare in modo che il database nazionale delle prestazioni ottenute degli atleti FIDAL includa tutte le gare con percorso certificato (allo stato attuale ho l'impressione che molte gare non vengano registrate).  Questo database dovrebbe essere consultabile elettronicamente dagli organizzatori delle gare su strada per distribuire automaticamente gli atleti nelle gabbie di partenza in base ai tempi conseguiti in precedenza.

Infine, per dare stimoli a quei podisti di fascia media, quelli attorno al top 10% che corrono forte ma non vinceranno mai una gara importante, sarebbe bello pensare ad una maratona (o una mezza o una 10km) aperta solo a chi ottiene un tempo minimo di qualificazione.  Negli Stati Uniti hanno Boston, magari in Italia potremmo riesumare Cesano Boscone?