Giacomo Bruno: un atto di coerenza e dirittura morale

Puglia - Primapagina

L'Assemblea elettiva regionale pugliese del 10 novembre u.s., rivelatasi velenosa negli atteggiamenti e desolatamente vuota dei contenuti dialettici che costituiscono l'essenza stessa della democrazia, ha lasciato una scia di polemiche che hanno portato alle dimissioni di un personaggio al quale l'atletica regionale molto deve, aprendo nel contempo scenari assolutamente impensabili alla vigilia dell'importante momento statutario.

I fatti. Nella frenesia delle operazioni di voto il vicepresidente vicario uscente , Giacomo Bruno, ligio alle norme che regolano questo momento assembleare che vietano ad un candidato di compilare e di imbucare le schede di voto, affidava tale compito ad alcuni fidati collaboratori.

Ma uno di questi ultimi non si rivelava tale non apponendo la classica crocetta accanto al cognome di un dirigente che, evidentemente, non godeva della sua personale stima, contravvenendo clamorosamente così agli accordi assunti dal proprio dirigente nel corso delle riunioni preparatorie precedenti alla citata assemblea.

Ed è così che Ferrara ,presidente di una delle più forti società regionali, rimaneva escluso dal massimo consesso periferico per una manciata di voti risultando pertanto primo dei non eletti.

Ebbene, fatti salvi i legittimi sospetti del dirigente "bocciato" circa un complotto posto in essere con cinica perfidia, il sottoscritto può garantire sulla buona fede del Bruno.

Alle 24.00 del 10 novembre infatti quest'ultimo mi telefonava rendendomi edotto con fare sbigottito dello sciagurato episodio fornendomi le generalità dell'altrettanto sciagurato collaboratore.

Da quel preciso istante, conscio delle proprie responsabilità e della gravità dell'accaduto, nel Bruno iniziava un travagliato conflitto interno che sfociava nelle sue irrinunciabili dimissioni da un consesso nel quale era risultato uno dei più suffragati.

Ebbene questo gesto, frutto di una dolorosa, quanto coerente onestà intellettuale, interrompe una "carriera" dirigenziale a livello regionale iniziata con la mia presidenza nel 1983 e proseguita attraverso dodici stagioni di vicepresidenza costellata di innumerevoli benemerenze e, soprattutto, dall'affettuosa stima di chi lo ha conosciuto, a livello di dirigente societario, Giacomino (per gli amici), ha saputo creare in un centro geograficamente decentrato il movimento atletico complessivamente più forte della Regione ed uno dei più qualificati a livello nazionale.

Sarà difficile non ricordare la dinamicità, l'efficiente competenza la disponibilità e la dedizione di questo dirigente "maestro" di organizzazioni, capace di coagulare intorno a se le migliori energie di un territorio divenuto motore dell'atletica leggera pugliese.

Quest'ultimo esemplare gesto completa l'iter di un dirigente, che se solo avesse voluto avrebbe potuto ricoprire ben altro ruolo nella gestione di un' atletica pugliese che non potrà non subire gli effetti negativi derivanti dal disimpegno di un dirigente che tornerà al suo ruolo più congeniale: quello di "produttore di atletica" in seno alla propria creatura.

GRAZIE DI TUTTO GIACOMO!