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Olimpiade 2012: inclusi ed esclusi

Rubriche - Commenti e Opinioni

Avevo cominciato col commentare il pezzo del collega Lollini , poi veniva troppo lungo...

Non discutiamo sulle certezze rappresentate dai punti fermi o comunque quelli che rappresentano il meglio della nostra atletica.

Invece i criteri soggettivi nelle valutazioni degli atleti si prestano a molteplici considerazioni, talvolta si ha la (brutta) sensazione che prevalgano ragioni di altro tipo, che sfuggono alla logica di scelte che invece dovrebbero essere legate alle capacità, agli effettivi meriti ed alle prospettive degli atleti stessi. Le scelte sono fatte da persone che sono, o dovrebbero, essere competenti in materia, piacerebbe conoscere le motivazioni e invece poco o nulla sappiamo. Inevitabile venga più di un dubbio.  

Ecco alcune delle scelte che appaiono tecnicamente poco motivate.

La Mastra, sesto velocista, quale sarebbe il tempo che lo rende meritevole di convocazione? Oppure quali credenziali di livello presenta per un Olimpiade? E poi, ce ne vogliono veramente sei?

Manuela Gentili, 400hs, sesta staffettista della 4x400 femminile. A che titolo? Corre rarissimamente i 400 ed ha un personale molto più alto di tutte. Perché lasciare a casa Marta Milani, atleta che con la maglia azzurra ha sempre dato il meglio di sé ed è stato un esempio per tutti?

Yuri Floriani, 3000 siepi: minimo corso una sola volta a fronte di un’attività pluriennale un tantino anonima, compresa l’esperienza degli Europei di Helsinki, dove è stato ripescato e dove nella finale, gara più modesta di tutti gli Europei non ha dato il benché minimo segnale di presenza.

Simona La Mantia, è lontana parente dell’atleta che conosciamo; difficilmente ha superato i 14.30 ed è lontana dalle misure di qualificazione che serviranno per essere ammesse alla finale olimpica e da una con le sue potenzialità non ci si dovrebbe accontentare della presenza.

Staffetta 4x100 maschile: dopo Helsinki la delusione è tanta, ora si ripresentano più litigiosi che mai e non hanno centrato il minimo olimpico nel 2012.

Weissteiner e Romagnolo: minimo conseguito per pochi decimi/secondi, prestazioni scadenti ad Helsinki, riusciranno a passare il primo turno? Ovvio che glielo auguriamo però qualche dubbio viene.

Al contrario ci sono delle esclusioni che appaiono poco logiche:

Matteo Giupponi, marcia, è giovane, ha fatto il minimo A ed è un atleta su cui investire, perché rimane a casa? Dopo il no ai mondiali, neanche l’Olimpiade, riusciranno a fargli perdere la voglia?

Claudio Stecchi, aveva conseguito il minimo del CIO e poteva costituire un investimento per il futuro.

Giulia Martinelli, aveva conseguito il minimo A e confermato quello B, meno 1 centesimo; 21 anni appena compiuti, altro investimento perduto

Marta Milani, vedi sopra; nella 4x400 non sarebbe stata il collante necessario in campo e nello spogliatoio?    

Resta un caso “Chesani”, salto in alto: ha fatto il minimo A in inverno, non si è più ripetuto e ha fatto una stagione incolore, ma ha 24 anni e Londra poteva essere uno stimolo importante per la sua crescita.

Forse sono osservazioni di chi vive all’esterno le situazioni, non conosce le dinamiche delle scelte. Forse. Però le perplessità ci sono tutte e sarebbe bello capire di più.

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 11 Luglio 2012 08:47)

 
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