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Roma - 18^ Maratona di Roma

Gli squalificati alla maratona di Roma

Maratona - Roma - 18^ Maratona di Roma

La notizia e’ clamorosa, anche se comparsa solo da qualche giorno sul sito della TDS e sembra che nessuno voglia occuparsene…179 squalificati alla Maratona di Roma!

Il numero e’ stato reso noto da TDS il 4 Aprile al momento della divulgazione delle classifiche ufficiali e di categoria. Nessun accenno invece sulla pagina News del sito della Maratona di Roma, come neppure sul sito della FIDAL. Del resto questo dei tagliatori e’ un fenomeno scomodo, ne sa qualcosa Podisti.Net dopo averne denunciati a decine a Firenze e New York.

Roma non e’ Firenze, ma il percorso si presta comunque ai sarti; i bene informati dicono che il modo più facile e’ di tagliare 5 km a piazza Venezia evitando di passare per piazza del Popolo (ove e’ stato saggiamente collocato un controllo chip), ma c'e’ anche chi prende la metro a Ottaviano e chi da Testaccio tira dritto per viale Aventino.

Non mancavano i controlli chip lungo il percorso, con tanto di telecamere di non precisata gestione. Si notavano inoltre i giudici prendere eroicamente i 13 mila pettorali a voce, per esempio sul ponte Duca D'Aosta. Quello che sorprende e fa ben sperare è lo sforzo fatto “a fari spenti” da TDS e FIDAL per identificare gli abusi e per arrivare a squalifiche concrete.

Certo che il numero fa riflettere: si tratta dell’ 1,35% dei partecipanti. Chissà se sapremo mai i loro nomi o se saranno segnalati alle rispettive federazioni nazionali e club per eventuali misure disciplinari.

 

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Mario Frattini, primo sordo alla Maratona di Roma

Maratona - Roma - 18^ Maratona di Roma

A due settimane dalla maratona di Roma che ha visto alla partenza oltre 14000 atleti provenienti da tutto il mondo, vengono rese ufficiali le classifiche della categoria disabili. http://www.maratonadiroma.it/public/documenti/ClassificheDisabili2012.pdf

E' Marco Frattini, maratoneta brianzolo, portacolori del Road Runners Club Milano e campione Italiano in carica per le federazione FSSI, tesserato presso l'ASMB di Monza, ad aggiudicarsi la prima posizione nella categoria sordi.

Podio quasi, se non del tutto scontato, vista la presenza di due soli partecipanti a contendersi il titolo di categoria. E' infatti un americano ad aggiudicarsi la seconda.

Frattini che sta preparando la maratona di Milano, ha inserito all'utimo questo impegno con l'idea di confrontarsi in un contesto più impegnativo e internazionale, ma che non si è rivelato alla fine tale per la mancanza di un vero confronto tra maratoneti sordi. Corsa come ultimo allenamento lungo ha tuttavia portato alla luce la buona forma di Frattini che da un anno a questa parte non riusciva a fermare il crono al di sotto delle tre ore. Con il tempo di 2.59'.59 Marco chiude alla 257^ posizione assoluta.

“E' un peccato che non si sfrutti questa maratona, che oltre a prevedere un podio di categoria è ottimamente organizzata e offre un contesto di corsa unico al mondo. Passare in piazza di Spagna, trovare la scalinata e una piazza gremita che ti osserva, è un' emozione che un maratoneta si porta appresso per sempre. Mi auguro si pensi in futuro di far sposare questa maratona ai contesti nazionali e internazionali della FSSI. Avrei voluto correre alla presenza di Matteo Fiorelli, vero fuoriclasse di categoria che l'anno scorso si è imposto qui a Roma con un crono straordinario e che comunque mi aspettavo di trovare alla partenza, ma non c'era. In ogni caso è andata bene: sono arrivato primo, ma se non ce l'avessi fatta sarei stato ultimo”.

Arrivederci dunque al 15 aprile alla maratona di Milano.

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La7 e la Maratona di Roma

Maratona - Roma - 18^ Maratona di Roma

A quanto pare non siamo gli unici a non aver gradito la telecronaca della Maratona di Roma, pur riconoscendo all'emittente il fatto di dover pagare lo scotto del noviziato, come evidenziato sul nostro pezzo: Lo smemorato Migidio. Ecco il parere di un'altra telespettatrice.

 

La7 e la Maratona di Roma

Domenica 18 marzo, per la prima volta, La7 ha seguito un evento sportivo del calibro della Maratona di Roma, annunciando ben 4 ore di diretta.  

Io ero lì a correrla, ed ho visto la trasmissione registrata. 

Le 4 ore di diretta facevano presagire un’attenzione rivolta non solo alla gara dei top runner, ma anche a tutto quel mondo disordinato, allegro e colorato rappresentato dagli amatori: di fatto, a mio avviso, La7 e’ riuscita a deludere entrambi.

 Va benissimo inserire note di colore come interviste buffe agli avventori della Stracittadina, ma forse sarebbe stato più divertente farne una selezione di qualità (e di quantità): corricchiare accanto ad un runner ed intervistarlo per “testarne” le conoscenze sull’attualità’ raccontata dai quotidiani onestamente non faceva ridere granché. “Dai”, speravo… “sarà solo per riempire quest’ora iniziale prima della partenza”.

 Ne’appariva credibile, e tanto meno divertente, l’intervista andata in onda a due sedicenti partecipanti alla 42 km che parlavano di paraffina da mettere sulla pelle per evitare irritazioni, nel momento in cui alle 8.30 si presumeva che i reali partecipanti alla maratona si trovassero nei pressi delle griglie di partenza, e non sotto agli alberi di Colle Oppio. 

Ma fino a che questi momenti di colore rimanevano relegati a cornice della gara, passi (anche se queste premesse non promettevano granché…). Quello che ai miei occhi e’ parso veramente insopportabile sono state quelle numerose, troppe interruzioni della gara per regalare ai telespettatori tentativi di distrazione (da cosa poi? Dalla gara stessa?). 

Con il risultato per cui chi era davvero interessato all’andamento della gara non riusciva a seguirne l’evoluzione, e questo nonostante la presenza di due esperti come Gigliotti e Bourifa disturbati, nei loro commenti, dai continui collegamenti dal “Fun Village” e dalle varie postazioni. 

Bourifa che, va detto, all’inizio della telecronaca, nel commentare le novità del percorso, si limitava a dire che si sarebbe corso per la prima volta a Via Cola di Rienzo, omettendo del tutto la più grande novità del percorso: il passaggio nella zona dell’Auditorium e del Villaggio Olimpico. 

Della presenza delle donne top runner ci si e’ potuti accorgere soltanto in prossimità del loro arrivo; infatti non erano previste ne' bici ne' moto a seguire la testa della corsa femminile, ne' tanto meno se ne e' mai sentito parlare durante il corso della gara. 

Della cosiddetta “pancia della maratona”, annunciata all’inizio, il vuoto: di tutto quel mondo variopinto e colorato di amatori delle 4, delle 5, 6 e 7 ore neanche un accenno. E sì che avrebbe offerto tantissimi spunti per occupare quegli spazi che si tentava di riempire con i collegamenti dal Fun Village!!! Perché non mettere anche una bici a seguire, magari, gli ultimi? 

Capisco che ci fosse la necessità di dare visibilità anche ai politici (che noia però...), ma una volta mostrati il sindaco Alemanno e le on. Meloni e Concia in abiti da runner e pronti a correre la Stracittadina, credo che potesse bastare… Invece: continui collegamenti scomposti, con tanto di lettura di un sms che la Concia avrebbe mandato alla Meloni il giorno prima promettendole di batterla; ammesso (e non concesso) che facesse ridere, tutto questo avveniva mentre la gara entrava nel vivo: siamo oltre il 30mo km, la corsa si sta snodando nelle strade più belle del mondo… e noi appassionati di maratona lì, condannati a quello scambio ridicolo di battute, mentre fremevamo per ammirare quelle splendide gazzelle volare leggere sui sanpietrini. Una vera e propria agonia per chi desiderava seguire la gara. 

A proposito dell’on. Concia, vorrei lanciare un appello da queste righe: On. Concia, lei che e’ laureata in Scienze Motorie, dovrebbe conoscere le difficoltà di una maratona e quanto costi, in termini di sacrifici fisici e mentali, un’avventura del genere agli appassionati… quando la simpatica ma inconsapevole giornalista le ha offerto la medaglia riservata soltanto ai finisher - medaglia che ogni maratoneta conserva gelosamente tra i propri cimeli - sarebbe stato davvero un bel gesto da parte sua se – anziché indossarla - avesse detto che non poteva accettarla, in segno di rispetto e di ammirazione verso chi quei 42 km se li stava sudando veramente!!! Come non detto, sara’ per la prossima volta...

Altra interruzione, nel vivo della gara: un video sui top runner che fanno colazione la mattina della gara, con commenti ironici sul carico di carboidrati, come se si trattasse di un pranzo da matrimonio. Inizio a dare segni di impazienza.

 34mo km, il gruppo di testa sta per entrare a Piazza Navona: forse uno dei momenti più belli, più scenografici e più emozionanti dell’intera gara. Nessuno dice nulla, e proprio pochi istanti prima dell’ingresso nella piazza, nuovo collegamento, nuova interruzione. Moto di rabbia, ho la tentazione di spegnere la tv. Per fare un parallelismo, e’ come se la diretta di una finale di calcio fosse stata interrotta nel momento del calcio di rigore. 

Arrivo. Commento riservato soltanto ai primi due, evidentemente per La7 il podio e’ fatto solo dei primi due gradini (anche delle donne). Nessun accenno al primo italiano.  

Alle 2h30’ si vede inquadrato (quasi per caso) l’arrivo di Giorgio Calcaterra, pluricampione ed attuale campione mondiale della 100 km, nonché romano, mentre tagliava il traguardo nella sua città. Nessuno se ne accorge, nessuno dice nulla. E io davanti alla tv che a quel punto urlavo: “Oooohhhh!!! E’ Giorgio Calcaterra!!!!!!!!!”. Niente. A quel punto ho detto basta: ho spento la tv senza più alcuna remora.  

Peccato, cara La7, hai perso una grandissima occasione. Per me, la Maratona di Roma non la meriti.

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Roma: la Maratona più bella!

Maratona - Roma - 18^ Maratona di Roma

Purtroppo, i presupposti sono assenti, dal martedì successivo alla RomaOstia, il 28 febbraio 2012, sono di nuovo fermo. Purtroppo la lesione muscolare occorsami tra il primo gennaio e la Befana è arrivata al livello di non sopportazione, pertanto stop ed antiinfiammatori per almeno 5 giorni. Purtroppo, su consiglio del coach Luca De Dominicis, i giorni di stop diventano tredici in quanto i problemi non sembrano risolversi! Riprendo il lunedì precedente alla maratona, con ormai la rifinitura saltata, il che equivale a non avere preparazione specifica alcuna.

Illuso dal fatto che miracolosamente sono riuscito ad effettuare il lunghissimo, previsto nella gara del “Giro del lago di Bracciano”, saltata per maltempo il 12 febbraio scorso, e dal fatto che fino ad allora ero riuscito ad effettuare più o meno tutto il programma, decido di schierarmi lo stesso alla partenza della maratona di Roma.

Perché? Beh, è la diciottesima edizione, quella della “maggiore età”, inoltre ritengo di avere sufficiente esperienza per mettermi alla prova nel gestire ogni tipo di difficoltà e, non ultimo, sono ben 4 anni e mezzo che non prendo parte a maratone a causa di una serie di sfortunate circostanze che mi hanno tenuto lontano dalla regina delle corse podistiche su strada!

Va be’, la taglio corta, la vera motivazione è che quest’anno la maratona cade nell’esatto giorno del centenario della nascita di mio padre, nato il 18.3.1912! Nelle condizioni in cui sono, con tutti i problemi fisici che mi hanno attanagliato recentemente, è questa l’unica motivazione che mi può portare a percorrere i 42,195 km della corsa più appassionante del mondo!

La lesione muscolare, una lesione della guaina del muscolo retto femorale, che in contrazione mi fa vedere le stelle in quanto le fibre muscolari si affacciano all’esterno premendo sulle pareti interne della sede del muscolo, non è guarita, ma va meglio. Se parto senza esagerare, forse posso “rischiare” di finire la maratona senza crack permanenti. Si va.

Potevo farmi mancare il problema influenzale? No! Infatti, negli ultimi 8 giorni, ho anche problemi respiratori non indifferenti, con tosse, raucedine e catarro.

A chiudere il discorso “medico/sanitario” il fatto che, martedì 13 marzo, ho anche fatto una donazione di sangue! Ben 450 millilitri di sangue che non ci sono più! Per chi non lo sapesse, alcuni elementi del sangue, per essere rimpiazzati, necessitano anche di oltre un mese!

Bene! Terminato il bollettino medico, diciamo che questa domenica, tutto a parte, la missione è arrivare, comunque e quantunque! Non interessa il tempo, non interessa il rischio di peggiorare le mie patologie in atto, devo arrivare! Devo arrivare per lui, per colui che mi ha dato la vita, per colui che era solito fare imprese “pazze” che mi hanno fin da bambino intrigato e spinto all’emulazione. Due tra tutte: le scalate sul Monte Gorzano e i 165 km in bici da Roma ad Amatrice (frazione Preta), con le bici di allora, con le strade di allora!

Per l’occasione, decido di comporre al pc un foglio di cartoncino in formato A4 con la foto di mio padre e la scritta con cui gli dedico questa mia gara nel centenario della sua nascita e nella gara che mi ha iniziato alle maratone nel lontano 1998.

Si tratta ora di decidere la tattica di gara. Ritenendomi sufficientemente esperto, decido di lasciare il cronometro a casa! Si, lo so, è un enorme rischio, ma lo accetto con sfida. Decido di partire per le tre ore consapevole di avere al massimo il 30% di possibilità di riuscita.

In partenza sono in zona A (Elite), la zona top degli amatori, con Tassarotti Luca, Pernici Massimiliano, Moccia Andrea e tantissimi altri atleti di spessore.

Parto cauto, senza cronometro meglio sbagliare per difetto piuttosto che per eccesso di velocità. Procedo regolarissimo ed al quinto km la prima botta di stupore: 21’12’’, 4’14’’/km, e la miseria, la media per le tre ore è 4’15’! Sono un orologio! Continua la gara e continua lo stupore, 42’37’’ il passaggio al decimo! La media si è assestata a 4’15’’/km. Al km 15 la media inizia a calare, passaggio in 1h04’35’’, la media è 4’18’’/km ed inizio leggermente a soffrire. Ipotizzare di terminare la gara a quella media è pura follia, quindi tiro i remi in barca e procedo più lento. Alla mezza passo in 1h32’24’, media 4’22’’/km, ancora in proiezione potrei fare 3h05’, ma faccio luce sul fatto già discusso che il tempo non è importante, quindi rallento ancora, me la voglio godere, all’arrivo, oltre alla soddisfazione per avere dedicato la gara a mio padre, ci sono ad attendermi moglie, le due figlie, fratello, nipote e sorella, ma che importa del tempo cronometrico! I tempi dei record personali, delle 2h42’, sono per ora, o forse per sempre, sospesi!

Sul percorso già ho incontrato Paolo Chessa, che mi ha fatto una foto spettacolare sul lungotevere. Un tempismo degno di lui; lo chiamo urlando, lui si attiva ed in un paio di secondi mi spara una foto che per me rimarrà storica! In un altro punto del percorso incontro Alberico Blasi, mio paesano di Amatrice (RI), quasi sessantenne che conobbe benissimo mio padre, ciò mi emoziona non poco!

Anche a Piazza Cavour, l’incontro con Sergio Iozzino rinnova questo sentimento; anche lui mio paesano e mio quasi coetaneo, anche lui che ricorda perfettamente mio padre per averlo vissuto con me quando ci frequentavamo da adolescenti in estate sulle montagne amatriciane!

La gara è ancora lunga, le forze vanno ben dosate, la maratona non regala nulla. Dal km 20 al 25°, la media scema inesorabilmente, ma l’evento degno di nota accade trenta metri dopo il passaggio sul tappetino del rilevamento chip della mezza maratona: una violenta contrattura posteriormente al ginocchio sinistro, all’esterno. Temo il peggio, la fitta si irradia su fino al gluteo, inizio a correre storto, condizionato, ed il risultato è che, dopo non più di 3 km, il polpaccio della gamba opposta, la destra, fa la stessa fine. Il problema è; sarà una contrattura o uno stiramento? Il dolore è enorme. Stringo i denti fino al ristoro successivo e per la prima volta, ma proprio la prima volta in vita mia, assumo sali minerali durante una maratona! Mai in vita mia (nelle 14 precedenti maratone) l’avevo fatto, la paura di problemi intestinali ha sempre prevalso, ma ora, alla luce del fatto che le contratture non mi invalidano completamente, quindi probabilmente sono dovute a carenza di sali minerali, del resto sto correndo una maratona senza adeguata preparazione, mi arrischio a prenderli.

Piano piano, molto lentamente, i problemi non passano ma migliorano lievemente. Al ristoro del km 30 mi fermo a fare stretching e, mentre saluto l’amica Robertina Ostini, scorgo sullo sfondo Roberto Minisini, amico da 15 anni con cui scambio spessissimo pareri inerenti la pratica podistica e mi confronto in gara. Purtroppo per lui non era giornata e s’è fermato, peccato, ma l’ha presa bene, ha centrato perfettamente lo spirito della maratona amatoriale, se va va, alltrimenti alla prossima! Nello stesso frangente c’è anche il tempo per due scatti che l’amico Millepiedi Massimo Di Ianne mi fa, uno di fronte ed uno alle spalle, per documentare la mia missione odierna.

Al km 35, scorgo il grande Ferdinando Colloca che fa il motivatore dei maratoneti col megafono, gli allargo il cinque e lui incredulo risponde battendomelo. Si sarà chiesto: “Ma questo chi è’?” Del resto con lui non ho mai parlato e nessuno me l’ha mai presentato, ma abbiamo parecchie amicizie in comune, prima tra tutte quella di Luca Tassarotti!

Correre col cartello spillato sulla schiena non mi imbarazza, la motivazione è molto forte e mi fa superare ogni imbarazzo. Spesso vengo superato e qualcuno mi rivolge frasi che mi spingono a proseguire, tipo: “E’ una cosa grande, quella che stai facendo”, “Pensiero bellissimo”, “Complimenti per il cartello!”. Ciò mi inorgoglisce e mi dà carica, anche il commento più bizzarro, tipo di quell’atleta che mi fa: “Ma nu lo vedi che cori tutto storto, … ho letto il tuo cartello, nun te pare che è un po’ presto pe’ annallo a trovà oggi?”. A dire il vero, quest’ultima battuta mi fa sorridere non poco!

Si ripassa per Piazza Venezia e si gira per Via del Corso. Alla fine c’è Piazza del Popolo, Via del Babuino, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi e così via, la Roma vera, la Roma bella, la Roma che mio padre ha vissuto nell’immediato dopoguerra, quando risiedeva in Via della Croce, una traversa di Via del Corso! La gara volge al termine, sono impaziente di rivedere le mie bimbe, mia moglie, i miei fratelli. La fatica non la sento più, del resto sto andando ad andatura turistica. Vista la brezzolina che si è alzata neanche sudo più!

Di ritorno a Piazza Venezia, scorgo Christian Fois tra il pubblico, lo saluto e procedo verso Via del Teatro di Marcello, finalmente discesa! Arriva il 40esimo km, chiedo ad un concorrente il tempo di gara, non ho fatto a tempo a leggerlo sul crono ufficiale, bene, sono sotto le tre ore e mezza, neanche malaccio considerando il cospicuo numero di avversità che ho dovuto combattere!

La salita verso il Circo Massimo è ostica, e non è neanche l’ultima, Via dei Cerchi, curva e Via San Gregorio, poi l’ultima salita e finalmente la discesa, allietata dai miei familiari che mi fanno un tifo sfegatato. Tra tutti mi commuove mia figlia Anna che ha chiesto a mia moglie di comprarle una maglietta che le piaceva tanto, una maglietta con sopra la scritta: “I ‘cuoricino’ Papà”!” Il mio pensiero vola immediatamente al mio di papà, tanto amato/odiato in virtù del suo essere burbero e spesso anche violento nei confronti di noi, figli suoi.

Parto per la discesa finale, nel gruppo dei familiari mancava mio fratello e mio nipote, mi aspettano al 42esimo km, mi chiamano, mi fanno il tifo, rispondo contento e soddisfatto col braccio alzato, il cerchio s’è chiuso, l’onore è stato dato, il cuore è sereno, tutto è filato liscio, sicuramente anche con l’aiuto di mio padre, perché gestire una serie di sventure di questa portata sarebbe stato impossibile per un comune essere umano mortale!

Ci riuniamo tutti insieme al varco di uscita degli atleti e mostro a tutti i familiari le ‘ferite di guerra’, una estesissima vescica sul piede sinistro, forse causa della scoordinazione con cui ho praticamente corso metà gara!

Tutti contenti, ci allontaniamo da Piazza Venezia alla volta della zona anagrafe, vicino cui abbiamo le auto parcheggiate.

Un ringraziamento a tutti i miei familiari per aver allietato questa bellissima giornata di sport e non solo!

Saluto anche l’amico Massimo Lisitano, ingaggiato dall’Organizzazione per fare da pacemaker alle top atlete, lo potete vedere sulle riprese di La7 fino alla mezza maratona a chiudere il gruppo delle donne, in canotta gialla. Grazie a lui ho avuto la possibilità di entrare nell’albergo dei top runners, nella loro stanzetta adibita a sala conferenze/briefing. L’albergo era situato vicino a Via Gregorio VII, ma nella immensa hall sembrava di essere a Nairobi!

Ciao anche a Tito Tiberti, recentemente conosciuto tramite Facebook, enorme atleta a praticante Iyengar yoga, disciplina che ho praticato anche io per un piacevolissimo anno e che mia moglie ormai pratica da ben quattro!

Infine, un salutone a tutti i miei colleghi podisti con cui ormai da 15 anni condivido queste stupende sensazioni che solo la corsa può trasmettere, in particolare tutti quelli che domenica ho incrociato e che mi hanno fatto “le feste” rivedendomi ancora una volta alla partenza di una maratona dopo tantissimo tempo!

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Maratona di Roma: emozioni e risultati per la Margherita di Savoia Runners

Maratona - Roma - 18^ Maratona di Roma

Roma_Maratona_2012_gruppo_Margherita_di_SavoiaBasterebbe l’emozione di chi ha corso questa la 18esima Edizione della Maratona di Roma per descriverne nei dettagli tutta la sua bellezza che, come ogni anno, aveva partenza e arrivo in via dei Fori Imperiali attraversando le piazze e le vie più suggestive della Città Eterna.

12677 sono stati gli atleti che hanno chiuso i lunghi ed entusiasmanti 42,195 chilometri. Tra questi non poteva mancare una cospicua rappresentanza del gruppo podistico salinaro Margherita di Savoia Runners presente con ben 12 atleti che erano: Roberto Rubini e Fania Bufalo giunti assieme al traguardo con il tempo di 4h11’ (i più veloci all’arrivo per il team margheritano), Savino Perrucci, Francesco di Lecce, Angelo Rossi, Lucia Valendino, Fabio Dipace, Michele Todisco, Concetta Valerio, Aurelia Brazzo, Giuseppe Iodice e Michele Monteverde (questi ultimi due all’esordio su tale distanza).

La 13^ atleta del team salinaro era Salvatrice Ballarino che ha corso assieme ad altri 80 mila la Stracittadina di 4 km denominata “Roma Fun” che ha avuto inizio 10 minuti dopo la partenza della Maratona che ha avuto il suo start alle ore 9.

Per quanto riguarda la parte agonistica successo keniano sia per gli uomini che per le donne grazie alla vittoria del 24enne Luka Lokobe Kanda con il tempo di 2h08'04” e della connazionale Hellen Kimutai in 2h31’11’’.

Peccato che la festa sia stata intristita dalla morte di un volontario di 69 anni impegnato al rifornimento del ventunesimo chilometro.

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Ultimo aggiornamento (Sabato 24 Marzo 2012 09:56)

 
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